Safis

Safìs, chiarezza in greco, è la doppia personale di Ilenia Tesoro e Martina Loiola, due giovani fotografe salentine che si stanno imponendo sul panorama fotografico nazionale: unite nel percorso di crescita, distinte e distanti per stile. Safis curata da Valeria Potì, nasce da un pensiero condiviso, da una visione unica e da una doppia interpretazione dell’immagine come racconto di sé attraverso gli altri. Ilenia Tesoro, classe 1992, inizia a fotografare sin da bambina, periodo in cui scopre dapprima lo strumento per poi apprendere il linguaggio e l’espressione della luce. Il suo stile è influenzato dalla poetica delle parole scritte, narrate, la poesia come disegno di ombre nette, riscopre dunque nella fotografia il mezzo unico attraverso il quale racchiudere tutti i suoi interessi, rappresentandoli attraverso il metodo di scrittura della luce che ricerca sempre in ogni inquadratura rendendola la vera protagonista delle sue foto. Ad oggi porta avanti diverse ricerche personali nel ritratto ed è autrice di diversi reportage fotografici per eventi e festival.

Martina Loiola, venticinque anni, leccese, anche lei imbraccia la macchina fotografica da giovanissima, seguendo le orme del padre. Nella fotografia trova il mezzo ideale per raccontarsi, svincolandosi dall’incapacità delle parole e lasciando i suoi pensieri scorrere liberi tra linee ed angoli, tra i blu e i gialli, dal profondo delle malinconiche acque del mare sino al cielo nelle cui nuvole ritrova e si ritrova. Con il potere della luce, racconta i suoi viaggi per terra, per l’anima delle persone con cui tesse rapporti e per le note in cui si dissolvono gli artisti sotto i riflettori di un palco, riuscendo in quello che rimane il suo obiettivo: tenere con sé il suo personalissimo attimo perfetto, per sempre. Si distingue già per il suo stile narrativo, semplice, pulito, diretto. Collabora con varie realtà artistiche e autori musicali. Le opere presentate in Safis rappresentano la dualità delle autrici. La personale della Tesoro esplicita il racconto attraverso immagini che, a una prima impressione, potrebbero apparire di romanticismo onirico, ma la sequenza e l’attenzione sui singoli scatti rivelano una forza coinvolgente e conflittuale, contrastata e placata dal ritrovato contatto con la terra generatrice. La personale della Loiola ricorda molto la nuova oggettività con le sue cromie decise, i tagli geometrici degli sfondi, la determinazione della luce, pulita, semplice, silenziosa. La narrazione delle sue immagini si snoda lungo un percorso in cui siamo portati ad inseguire il soggetto ripreso, ci rende partecipi al punto da desiderare di mettere una mano sulla spalla di questa ragazza, di cui non vediamo il viso eppur ci racconta molto di noi.

Martina, il tuo stile è inequivocabile. Colori decisi, ambientazioni eterogenee e un unico soggetto di spalle. Qual è il messaggio?
«Quella dei colori e delle forme è una pura scelta stilistica personale, ne sono affascinata e cerco di rappresentarlo nei miei scatti. Per ciò che riguarda il soggetto di spalle, invece, è una doppia rappresentazione perché cerco di impersonificarmi nel soggetto, pur vedendolo di spalle. Così come, spero, anche l’osservatore delle mie foto riesca a fare».

Hai qualcuno a cui ispirarti?
«Sinceramente è una metodologia che mi caratterizza, pur non trovando ispirazione in nessun artista. Con ciò non voglio dire che già non esistano scatti come i miei, ma il mio è stato un percorso di ricerca e scoperta individuale che mi piace molto, mi appartiene».

Ilenia, c’è un sottilissimo filo che lega i tuoi scatti alle poesie di Pavese. Ce ne parli?
«Sì, forse inconsciamente, o forse no, l’ispirazione è nata proprio dalle letture di Pavese. Sono Pugliese, salentina; amo profondamente la mia terra ma sono anche tanto mortificata per tutto ciò che ogni giorno mi circonda. L’idea è quella di rappresentare un corpo candido, pulito, vergine immerso in una terra bruciata e sofferente. Cerco di porre il mio Sud al centro di ogni cosa. La terra, i suoi colori caldi, le sue sfumature sono pura ispirazione per i miei occhi».

Dopo questa prima hai già altri progetti?
«Sto già pensando ad un progetto futuro, con l’assoluta intenzione di concentrarmi sulla ritrattistica. Ho trovato grande ispirazione nei ritratti e ciò non può che essere uno stimolo; ma voglio concentrarmi sulla mia terra, fonte di stimoli, sia positivi che negativi».

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