La saggezza delle pietre

«L’acqua passa, le pietre restano. Ma solo loro sanno a che prezzo», scrive l’autore romeno Vasile Ghica. Un messaggio, il suo, che ben si sposa con un graphic novel «spietato e universale, che indaga il rapporto intimo, violento e poetico fra l’uomo e la natura». Questo il testo che accompagna la pubblicazione del romanzo a fumetti La saggezza delle pietre (Diabolo edizioni, 304 pagine, 19 euro), realizzato da Thomas Gilbert. Francese, classe 1983, l’autore – vive e lavora a Bruxelles – dà vita a un racconto febbricitante di un vagabondaggio.

Protagonista di questo peregrinare è una giovane donna che si trova persa in una natura tanto selvaggia quanto famelica, che ha molto da far conoscere ma anche tanto da togliere. È il ritorno al nulla di un corpo che si riscopre presente a sé stesso soltanto nel momento in cui perde il controllo su ciò che lo circonda («del resto, cosa c’è di più semplice che restare qui? Calore, cibo, basta avere il tempo di cercare e se ne trova in abbondanza») e che nella scomparsa di ogni regola conosciuta e di qualsivoglia codice precostituito – «dimentico che ho una strada da ritrovare, che devo raggiungere la civiltà, che sono dispersa» – ritrova la piena, e tanto agognata consapevolezza del proprio posto nel mondo.

La saggezza delle pietre rappresenta anche il viaggio di una vita per l’autodeterminazione: il racconto, intimo e profondo, di un’osmosi tra la carne viva e la pietra immobile nel tempo, immutabile, che sviscera l’anima stessa da tutto ciò che non è importante («dovreste vergognarvi, umani»), restituendola per sempre alla vita. Chi ha amato pellicole come Into the wild diretta da Sean Penn e/o 127 ore del regista Danny Boyle può ritrovare in questo graphic novel l’ideale connubio tra uomo e natura incontaminata, nella quale la protagonista della narrazione sprofonda, piano piano, lasciando emergere il suo lato selvaggio.

Nel volume realizzato da Gilbert – il cui debutto risale al 2009 e oggi è riconosciuto dalla stampa come uno dei migliori autori della nuova generazione del fumetto europeo – il tratto è libero, caratterizzato da segni sporchi e sanguigni, che non lascia spazio alla natura da cartolina, ma a quella ostile, aspra, che non concede deroghe. In una parola: vera. Perché soltanto nella tangibilità, ma anche nell’essenzialità (bisogno?) è possibile rendersi conto di qualcosa che non c’è modo di controllare, ma che occorre rispettare. Da parte sua Gilbert, che definisce provocatoriamente questo lavoro «indigesto», stabilisce un legame importante con il lettore, cercando di scuoterlo in profondità, ”stuzzicandolo” sulla strada di una condivisione delle sue stesse inquietudini e paure più profonde. Questo graphic novel non è una lettura ”accomodante”, è bene ammetterlo.

Info: www.diaboloedizioni.it