Animalisti versus artisti. Una lotta che va avanti da tempo, almeno da quando le performance hanno iniziato a coinvolgere esseri viventi. In questo caso, per la mostra Art and China after 1989: Theater of the World in programma al Guggenheim di New York il 6 ottobre, le proteste degli animalisti hanno avuto la meglio su un gruppo di artisti concettuali contemporanei cinesi. La mostra raggruppa oltre 150 lavori a effetto choc assicurato che hanno fatto scoppiare le polemiche ancora prima dell’apertura della rassegna, tanto da far firmare una petizione a 712mila persone. Il Guggenheim, pertanto, ha dovuto fare retromarcia e cancellare due video e una scultura in cui rettili divorano insetti vivi: «Una decisione – spiega il museo – presa con rammarico. La libertà di espressione è sempre stata e sempre sarà uno dei valori centrali del nostro museo». Nei video in questione si vedevano in uno, Dogs That Cannot Touch Each Other di Sun Yuan e Peng Yu, quattro coppie di pitbull su dei tapis roulant che si affrontano per sette minuti pronti a sbranarsi. L’altro riprendeva invece un atto sessuale tra un cinghiale e un maiale, i due animali marchiati con lettere dell’alfabeto cinese e romano per illustrare il contrasto tra diversi sistemi di scrittura e la natura selvaggia degli animali.
Ora però è il turno degli artisti di sfogare la propria ira contro la censura del Guggenheim di New York. Tra questi Ai Weiwei: «Quando una istituzione artistica non riesce a esercitare il suo diritto alla libertà di espressione – ha dichiarato l’artista al New York Times – è una tragedia per l’intera società. Le tre opere che i visitatori del Guggenheim, salvo nuova marcia indietro dell’ultim’ora, non potranno vedere erano state create tra 1993 e 2003 per raffigurare simbolicamente l’oppressione in Cina». Info: www.guggenheim.org/press-release