I disegni di Giuseppe De Mattia arrivano a New York

New York

Arriva oltre oceano, precisamente a New York, l’artista bolognese Giuseppe De Mattia. Dopo aver presentato la scorsa settimana a Roma Dispositivi per non vedere bene Roma alla galleria Matèria, il 20 settembre alle 18.00 inaugura al mhPROJECT negli spazi di 142 2nd Street,  Disrupted Drawings, curata da Vasco Forconi. In questa occasione speciale, la sua prima personale negli Stati Uniti, l’artista presenta un corpo di disegni inediti interamente realizzati nel corso della sua brevissima permanenza a New York. Giuseppe De Mattia con un’attitudine scissa tra rigorosa serietà e radicale imbroglio, privo di uno studio e intenzionato a produrre un’intera mostra in pochissimo tempo, rivolge lo sguardo a una New York minore e anti-spettacolare, fatta di oggetti quotidiani, qualunque, che indaga e attraversa alla ricerca tanto dei supporti – carte di manifesti pubblicitari trasformate in fogli da disegno – quanto dei possibili soggetti della sua produzione. L’utilizzo di materiali poveri e di tecniche che consentono un’esecuzione rapidissima del disegno costituiscono una precisa intenzione processuale ma anche una risposta divertita a tale condizione di instabilità, un atto di resistenza dell’artista che sceglie la strada della produzione a tutti i costi. In continuità con la sua recente ricerca De Mattia usa il disegno come strumento per allontanare la propria dipendenza dal mezzo fotografico, così centrale nella prima fase del suo lavoro, indagando quindi un rapporto più diretto con la materia e con il gesto fisico e performativo della produzione di un’immagine. Il foglio di carta, rigorosamente adagiato sul pavimento, diventa uno spazio del gioco nel quale l’artista mette a confronto la propria autorialità – intesa come capacità di controllo e di attribuzione del senso – con le leggi del caso da lui costantemente sollecitate nel processo di produzione dell’immagine stessa. Al centro della sua ”poetica degli oggetti poveri” c’è l’osservazione e il recupero di oggetti dimenticati, usurati dal tempo o scartati dai processi produttivi, di cui egli si prende cura attraverso meccanismi di trasfigurazione e proiezione di volta in volta diversi, donando loro nuovi significati e salvaguardandone la memoria intrinseca. Info: