Un vincitore per ogni sezione, ecco i nomi dell’ottava edizione del Combat Prize

Livorno

Si è conclusa l’ottava edizione del Combat Prize 2017concorso per artisti di diverse discipline, con lo scopo di promuovere e valorizzare l’arte contemporanea. La giuria, composta da Andrea Bruciati, Elio Grazioli, Francesca Baboni, Lorenzo Balbi, Lorenzo Bruni, Stefano Taddei, Walter Guadagnini, ha selezionato tra i partecipanti cinque vincitori per le sezioni di pittura, fotografia, grafica, scultura e installazione, video. Ad aggiudicarsi il premio per il miglior dipinto, Barbara De Vivi con Medea: «Una narrazione efficace – ha spiegato la giuria – ricca di connessioni concettuali dettagliate». Per la sezione Fotografia è Karin Schmuck a trionfare con l’opera Mothers I per la capacità di affrontare un genere classico della fotografia, il ritratto familiare, rovesciando le attese del soggetto e dello spettatore. Per la sezione Grafica la giuria ha premiato invece Giorgia lo Faso con l’opera Samsung Galaxy S4 per l’abilità nel rileggere la tecnica classica della grafica d’arte alla luce della comunicazione globale e delle piazze virtuali. Miglior scultura quella di Davide Sgambaro, Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno per la capacità di indagare in maniera non scontata il medium installativo. Infine per la sezione Video la giuria ha assegnato il premio a Ana Devora con l’opera Marionetas, che propone un’indagine sulle modalità  di trasmissione di valori, evidenziandone le potenzialità per il futuro.
Premio speciale Fattori Contemporaneo, che consiste in una personale al Museo Fattori nella programmazione 2018, viene assegnato a Alberto Sinigaglia. A convincere la giuria le sue riflessioni e le modalità di resa delle sue opere, un intreccio tra fotografia, installazione ed editoria. Si aggiudicano infine il nuovo premio Aart Tracker, dove quattro artisti under 35 saranno inseriti nella programmazione eventi di LUCCA ART FAIR per un nuovo progetto curatoriale, Martina Brugnara, Chiara Campanile, Marco Groppi, Simone Monsi.