Michel Focault ha coniato il termine Eterotopia per designare tutti quei luoghi reali che sono connessi ad altri spazi in maniera tale da sospendere, neutralizzare o invertire l’insieme dei rapporti che li caratterizzano. Ed Eterotopia è il nome dell’installazione di Francesca Checchi e Maria Pia Picozza, a cura di Simona Merra, all’interno del Festival B_sides Your Art moves the city organizzato dall’Associazione Culturale River of Trees e Curva Pura nella città di Roma. Il luogo scelto dalle artiste per la loro azione è Piazza Bologna che vive una realtà superiore, la piazza vera e propria, ed una realtà inferiore, la metropolitana B che collega Roma Est a Roma Sud. In questo microcosmo circolano le persone più diverse per nazionalità, età, razza e stato sociale. Queste presenze e la centralità di Piazza Bologna nel quartiere Nomentano, che si può identificare come luogo di transito che congiunge e districa tanti punti della città, hanno portato le due artiste a ricercare in esso una sua eterotopia.
Checchi e Picozza avevano già lavorato insieme, il loro sodalizio nasce dalla comunanza di alcune tematiche quali l’origine, la memoria, le mappature, le migrazioni ma, mentre Francesca utilizza un linguaggio bidimensionale, Maria Pia utilizza un linguaggio scultoreo, che spesso, come in questa occasione, si concretizza in grovigli di fil di ferro. La suggestione iniziale è venuta dagli alberi della piazza, come se affondassero le radici al di sotto dell’asfalto e congiungessero lo spazio superiore con quello inferiore, collegati direttamente, nella realtà, dall’architettura e dal transito delle persone. E l’aspetto relazionale è stato essenziale per la costruzione dell’opera: hanno chiesto ai passanti di disegnare i loro alberi genealogici, lasciandoli liberi di inventare e fantasticare su dati concreti. Hanno poi preso alcuni di questi disegni, li hanno fotografati, uniti, sovrapposti, affiancati fino a realizzare una grande radice di un albero immaginario con la grafica di Checchi e i fil di ferro che si protendono verso il terreno di Picozza. Come se l’opera facesse da ponte fra il sotto e il sopra in una circolarità continua che collega la metropolitana alla piazza.Come se da sotto si potessero vedere gli alberi sovrastanti, le loro radici. Questo lavoro a quattro mani è stato compiuto su di una parete di cemento nel giardino di Piazza Bologna. Ad uno sguardo attento l’installazione può ricordare un groviglio neuronale che collega uomo e natura.Sembra quasi che, istintivamente, le due artiste abbiano captato che, secondo uno studio scientifico, alberi e uomo hanno più del 50% del DNA in comune. Osservando l’opera si possono trovare suggestioni che rimandano a Tomàs Saraceno ed Ernesto Neto per la costruzione di spazi poetici e per l’estetica delle loro creazioni.
Il Festival B_sides Your Art moves the city promuove l’integrazione di interventi creativi di Urban Art in spazi pubblici e privati aperti al pubblico fra i quartieri Trieste – Nomentano – Bologna di Roma.Dal 10 al 23 luglio, ogni giorno, si terrà un evento d’arte diverso con protagonisti italiani e internazionali, per creare un movimento culturale, sociale e commerciale. E in luoghi limitrofi al centro per costruire insieme alle persone una nuova polarità urbana. Nell’ambito di questa iniziativa, il 13 di luglio, si terrà l’inaugurazione della mostra Per Aquam – Ad Astra Amaryllis di Piotr Hanzelewicz alla Galleria Curva Pura.