La magia della fotografia a colori avviene quando le sostanze chimiche presenti sulla pellicola sono esposte alla luce, viene creato così il colore. Il problema però sta nel fatto che queste sostanze chimiche si degradano nel tempo, senza lasciare traccia dell’immagine. La maggior parte dei negativi di colore non sopravvive infatti oltre i 50 anni. A meno che non si agisca in tempo, questi attimi colorati della nostra memoria collettiva, artefatti della vita quotidiana degli anni sessanta fino all’era digitale, svaniscono completamente. Dagli inizi degli anni ’50, quando i prezzi della fotografia a colori sono scesi fino a diventare accessibili ai non professionisti e aumentò l’utilizzo delle telecamere digitali, la fotografia a colori si sviluppò presto come mezzo dominante per catturare la vita quotidiana. Non più solo nelle occasioni speciali o per le foto di famiglia, ogni attimo della vita, anche quello più intimo, da quel momento viene catturato. Ormai con la nuova tecnologia non ci si fa più caso, possiamo fare foto a qualsiasi cosa e in qualsiasi occasione. Ma le vecchie fotografie amatoriali opache dove sono finite? Nasce così il progetto Anonymous. Una piattaforma digitale dove tutti possono inserire le proprie fotografie degli ultimi 50 anni, in anonimato e senza dover specificare né i nomi dei soggetti fotografati né il fotografo. L’idea è solo di curare la raccolta e di archiviarla in un unico database, che diventerà una risorsa inestimabile per gli studenti e gli storici culturali, o semplicemente chiunque voglia guardare indietro la vita di questi anni. Un progetto in continua evoluzione e crescita che consente a tutti di accedere e contribuire. Info: www.anonymous-project.com