Jean Paul Sartre scrive di Alexander Calder, è il 1947, ecco l’articolo

Parigi

Due grandi autori si incontrano sulle pagine di Artnews, poco prima degli ani Cinquanta. Per la precisione è il 1947 e Jean Paul Sartre scrive un testo su Alexander Calder. Le parole del filosofo francese sono state riprese dalla stessa rivista che ha pubblicato l’originale online. Dobbiamo, prima di cominciare a leggerlo, immaginarci quanto i due autori non fossero all’epoca quello che sono oggi, lo stesso Sartre viene presentato come un nuovo filosofo francese. Calder era invece più noto nell’ambiente artistico come dimostra l’articolo pubblicato in occasione della sua personale al Whitney Museum di New York. Il testo inizialmente è stato scritto in francese per un altra mostra di Calder a Parigi nella galleria Louis Carré e poi tradotto per l’esposizione al Whitney.

Mette subito in chiaro le cose Sarte fin dalle prime righe dell’articolo: ”Se è della scultura essere immobile allora Alexander Calder non è uno scultore”. Continua poi sul tema il filosofo affascinato da come i lavori dell’artista si costruiscono su antitesi della scultura classicamente intesa. Se infatti quest’ultima è ferma, quell’altra si muove, se quella è fatta di marmo, bronzo e oro, quella con ferro e materiali di scarto, se una spesso imita ,l’altra invece non si pone come una copia. È questo uno dei temi sul quale ritorna spesso Sarte nel testo: Calder non copia: ”L’artista – scrive infatti il filosofo – non imita, eppure non conosco nessuna arte più ingannevole della sua. La scultura suggerisce movimento, la pittura luce e spazio, mentre Calder non suggerisce niente, mette in moto il reale così come si muove. I suoi lavori non significano niente, non si riferiscono ad altro che a se stessi. Sono, esistono e questo è tutto. Sono assoluti”.

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