Tumorama

«Ho realizzato questo volume con l’intento di dare vita a qualcosa di completamente folle e anomalo nel panorama del fumetto web. Le prime storie le ho create rapidamente per dare sfogo a un’esigenza narrativa incontenibile, che mi arrivava dai sogni, o mi veniva comunicato da esseri extraterrestri attraverso visioni». Parole di Pablo Cammello – nato a Lecco, classe 1989 – che nel suo esordio a fumetti ha scritto e disegnato per Shockdom una graphic novel ”acida” e surreale: Tumorama.

Il volume (176 pagine, 12 euro) presenta la vita del gommoso Tumorboy in un appartamento di Mylano – nessun refuso, esattamente con la ”y”, poiché in merito alla storia lo stesso autore rimarca che «parte queste allucinazioni si sono mescolate con vicende che più o meno direttamente parlano della mia vita da quando mi sono trasferito a Mylano» –, in compagnia di uno strano coinquilino, Rubens, e di un tenero e geniale cane dislessico (che nelle sue dissertazioni spazia da un «amichi, forse io avrebbi una soluzione. Segugiatemi alla toeletta» ad «a dire il vero avrebbi già una laurea in astrofisica e ingegneria robotica»). Sono loro, in qualche modo le vittime di un mondo allucinato dove il tg annuncia lo sciopero nazionale dei pusher («se i giovani non possono più drogarsi siamo a un passo dalla guerra civile. Saranno tutti più nervosi, le feste saranno un mortorio», si allarma Tumorboy), di un universo bizzarro caratterizzato da viaggi sulla Luna (definiti dal nostro protagonista «una faticaccia»), abuso di stupefacenti («non ricordi niente? Quell’intruglio che ti hanno dato deve essere potente») e avventure casalinghe, dove il frigorifero langue («c’è qualcosa da mangiare? La pizza dell’altra settimana»).

Vincitore due anni fa al Lucca comics and games del premio Gran Guinigi (tra i più longevi riconoscimenti dedicati al fumetto in Italia) come miglior autoproduzione, Cammello riesce a tracciare i confini di un universo lisergico, un mondo che Terry Gilliam – regista, tra gli altri, di Paura e delirio a Las Vegas, che con questa graphic novel c’entra molto – apprezzerebbe, lasciando che una smania paranoica emerga attraverso un segno tanto grottesco quanto strampalato. I disegni in bianco e nero sostengono un’impalcatura narrativa semplice ma non banale, in bilico tra comico ed esistenzialista, tra l’assurdo e il reale, dove le droghe sono parte integrante delle storie. Distorsioni grafiche e mentali che non tutti possono amare, soprattutto chi cerca una storia tradizionale. Per chi apprezza il genere, invece, il consiglio e quello di immergersi in questa lettura, magari integrandola con i lavori di autori come Adam Tempesta, Michael DeForge e Jesse Jacobs. Trip narrativi che provocano (sana) assuefazione.

Info: www.shockdom.it

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