L’uomo si sta disumanizzando in un contesto sociale dove, il presunto benessere, ci ingabbia in un sistema che produce sempre più barriere al ritmo biologico proprio dell’essere umano. Le nuove tecnologie, le macchine, le mode, i falsi diritti che presuppongono un piegarsi al sistema, creano un allontanamento dalla vita intesa come relazioni sociali genuine, ed un allontanamento dall’assecondare il contesto naturale che ci appartiene. Ci stiamo trasformando in macchine per produrre e per consumare. L’apparenza, in questo nuovo mondo, conta più della sostanza. E le tecnologie informatiche ci conducono verso i non luoghi dell’esistere: il virtuale sostituisce il reale, l’emotività è soppiantata dalla freddezza del mezzo, la comunicazione stravolge le leggi genetiche che dovrebbero regolare la vita dell’essere umano. La vita è diventata una corsa ad avere sempre più oggetti. Gli oggetti vecchi vengono scartati, rottamati, gettati via.
Queste riflessioni fanno parte di una linea di pensiero che si può relazionare con le opere che l’artista Sergio Angeli espone nella sua mostra Posthuman, a cura di Domenico Giglio, agli Horti Lamiani Bettivò Arte Contemporanea. A partire dalla constatazione di una contemporaneità fagocitante, di una contemporaneità che è invogliata a scartare continuamente ciò che già possiede gettandolo via, Sergio Angeli utilizza oggetti di uso industriale e recuperati intervenendo con smalti sintetici e bombolette spray che, a volte creano sfumature, altre volte lasciano confini netti. «Ed è con questi resti industriali che Sergio Angeli si cimenta nella realizzazione di opere intese come una sorta di testimonianza ai posteri. Un’ impronta di una civiltà decaduta e obsoleta», commenta Domenico Giglio. È come se l’uomo si fosse trasformato in un automa, in un ibrido mescolato con le macchine. Come se l’uomo non fosse più in grado di vivere un sé stesso che prende il suo tempo per riflettere e conservare la propria spiritualità. Domenica 28 maggio alle 19, all’interno della galleria che ospita la mostra Posthuman, ci sarà l’opera poetica di Luca Piccolino con prefazione di Alda Teodorani e reading sonoro di Luca Piccolino e Luca Cartolano: Antartide. Antartide è la mappa di un viaggio in un territorio ghiacciato dove vi sono ostacoli alla chiarezza dell’intelletto e in cui si inserisce una riflessione sulle periferie romane cementificate e popolate da una umanità disumana che corre, si insegue e consuma, in giorni sempre più tutti uguali.
Fino al 21 maggio, Horti Lamiani Bettivò Arte Contemporanea, via Giolitti 163, Roma