Si è da poco inaugurata la mostra di Claudio Adami alla galleria Gallerati

Roma

Alla galleria Gallerati di Roma si è da poco inaugurata la rassegna Permesso?, a cura di Emma Ercoli e Franco Speroni, con la mostra di Claudio Adami il cui finissage è stato il 12 maggio. Il tema della rassegna è l’abitare. Lo spazio dell’abitare viene inteso come luogo trasformato dall’uomo nel suo atto di possederlo, un luogo dove l’intervento umano crea un percorso temporale. Il corpo che abita si relaziona con l’esterno nel dialogo fra dentro e fuori, ed è qualcosa che accade giornalmente. Il quotidiano è influenzato dai cambiamenti che stanno avvenendo a livello sociale e che stanno modificando repentinamente la vita delle persone nella fagocitazione sempre maggiore del tempo, cambia così anche il rapporto con l’abitare. Claudio Adami segna il foglio con le sue parole giorno dopo giorno in un rapporto intimo con l’interiorità, con il quotidiano, con il ripiegamento in se stessi, che però necessita di un’alterità in un coinvolgimento con la collettività. Si può dire che Claudio Adami abiti la quotidianità. La sua operazione artistica diventa un rituale lento e persistente che tesse tele immaginarie di un discorso che non si interrompe mai. Il suo scrivere non è decodificabile, i segni vanno a riempire il foglio diventando astratti, il risultato sono dipinti singoli che si collegano gli uni con gli altri nella diversità che si riscontra di foglio in foglio. Un pensiero unico nella molteplicità di pensieri quindi dal particolare all’universale e viceversa. E si concretizza una relazione fra vuoto e pieno nella realtà dei singoli pianeti del suo universo creativo, relazione che cerca un equilibrio compositivo e concettuale. La tecnica? La china su carta. E nel caos della velocità della comunicazione, della quantità di informazioni da cui si viene bombardati quotidianamente, l’azione di Claudio Adami continua ad essere meditativa, solitaria ed immersa nel silenzio. E l’artista registra giorno, mese ed anno dell’inizio di ogni opera. Nello spazio della Galleria Gallerati le pareti sono piene dei suoi fogli, alcuni sono attaccati in modo precario cosicché cadano durante il periodo dell’esposizione, nella volontà di testimoniare un cambiamento spaziotemporale, mentre la fruizione può avvenire attraverso due sedie che si danno le spalle nella volontà di riflessione su ciò che accade. fino 12 maggio Galleria Gallerati via Apuania 55, Roma.

Info: www.galleriagallerati.it