Le donne di Muriel a Villa Medici

L’arte contemporanea non è mai stata generosa con le donne. Muriel Mayette-Holtz, Chiara Parisi, Yoko Ono e Claire Tabouret, tutte insieme a Villa Medici, hanno finalmente fornito una prova di segno contrario. Con il loro lavoro sottolineano la miopia di un mondo che vuole essere innovatore ma che troppo spesso finisce anch’esso per restare vittima del conformismo maschilista. Quattro grandi personalità, diverse ma unite dal talento, hanno dato vita ad un evento artistico pensato per inserire in uno scenario secolarizzato due stili contemporanei opposti: la potenza Fluxus di Yoko Ono e l’apparente debolezza delle figure femminili di Claire Tabouret. One day I broke a mirror è una mostra intensa che trova nei contrasti la sua forza narrativa. Yoko e Claire, due donne diverse per stile, genere ed epoche ma unite dalla voglia d’infrangere una immagine distorta dell’universo femminile. Ma è anche, per non dire soprattutto, uno di quei rari eventi che segnano una stagione. Il primo specchio l’ha infatti rotto proprio Muriel Mayette-Holtz. La sua visione artistica e manageriale ha portato ad una gestione di Villa Medici appassionata, lucida, innovativa e appunto di rottura. Soltanto la sensibilità di una grande artista poteva restituire alla Francia e a Roma un’accademia così rilanciata, ricca di eventi, di attività, di entusiasmo. Una direttrice che capisce l’importanza di aprirsi al pubblico ma che non dimentica la missione originaria del posto e dell’arte.

Con la mostra di Yoko Ono e Claire Taboulet Muriel rompe altri specchi. Riporta le donne – e che donne – nei fatti e non con la retorica delle pari opportunità al centro della scena, pone l’accento sulla necessità di sguardi differenti per ottenere visioni ulteriori, insiste sul valore della ricerca e della cura dei talenti emergenti. Il suo è uno sguardo internazionale, senza pregiudizi, creativo ma anche concreto, attento ai dettagli e alle questioni operative. Un tassello importante di questo percorso tracciato da Muriel è senza dubbio Chiara Parisi, una curatrice sofisticata, studiosa, profonda conoscitrice tanto delle avanguardie creative che dei protagonisti globali di questo mondo. La sua direzione alla Monnaie di Parigi, durata cinque anni e conclusa con la mostra di Maurizio Cattelan, ha lasciato un segno importante anche nella storia di quel museo. Un’impronta nitida quella di Chiara, che si coglie benissimo anche in questo suo ultimo lavoro a Villa Medici, fatto di scelte coraggiose che ricercano innovazione di approccio e di linguaggio, che spingono verso sguardi ulteriori. One day I broke a mirror è una bella mostra, ma ancora più bello è il clima che si respira nell’Accademia più bella del mondo. Un bellezza grande ma vera. Non come quella decadente raccontata con maestria da Sorrentino.