Command Alternative Escape

Venezia

In concomitanza con l’inaugurazione della 57esima edizione della Biennale Arte di Venezia, il giardino di Spazio Thetis a Venezia ospita dal 6 maggio la mostra Command-Alternative-Escape curata dal 24esimo Corso in Pratiche Curatoriali di Venezia promosso da A plus A Gallery. Situato in una posizione strategica, una macchia verde circondata dalle storiche architetture industriali, il giardino invita i curiosi a scoprire intimamente le proprie verità personali confrontando lavori permanenti di Joseph Beuys, Jan Fabre, e Michelangelo Pistoletto, in dialogo con nuovi lavori di Carolina Antich, Allora & Calzadilla, Jesse Darling, Peter De Cupere, Enej Gala, Patrizia Giambi, Mihai Iepure Gorksi,  Kensuke Koike, Tania Kovats, Paul Kneale, Sahra Motalebi, Tao G. Vrhovec Sambolec e Kristian Sturi. Ispirata alle dinamiche sociali di pubblico e privato, Command-Alternative-Escape manifesta attraverso le peculiarità che caratterizzano le zone verdi di una città come Venezia, l’archetipica dicotomia tra libertà e sicurezza. Il giardino e i suoi limiti intesi come rifugio, come luogo in cui un senso di sicurezza pervade l’individuo, è esattamente come certi fenomeni che a livello globale investono la collettività, in cui manipolazioni inducono ad accettare fatti come le fake news e la creazione delle cosiddette echo chambers, letteralmente delle camere, delle bolle in cui l’individuo contemporaneo si sente al sicuro. Un fatto in contraddizione con l’apparente ideologia della nostra epoca che perora lo slogan dell’annullamento dei limiti geografici e culturali, quando invece la tendenza individuale, quasi istintiva è quella di rifugiarsi nelle proprie ”bolle di sicurezza”.

Tra le opere esposte all’interno del giardino sarà presente l’installazione site-specific All the Canals realizzata dall’artista Tania Kovats capitolo veneziano della sua opera Oceans, prodotta tra il 2012 e il 2014 quando, grazie ad una rete globale di collaboratori, ha raccolto le acque di tutti i mari del pianeta: in questo caso viene raccolta l’acqua di 167 canali di Venezia. Paul Kneale che, interessato a come il mondo sia costantemente tradotto in un linguaggio digitale che semplifica, banalizza e de-personalizza i contenuti e le persone a cui si rivolge esplora il modo in cui gli aspetti digitali della nostra esistenza possono manifestarsi ed essere riconfigurati nel corpo di un oggetto fisico con l’installazione di tre antenne paraboliche, che fanno parte della serie Event Horizon già presentate a Palazzo Capris a Torino, alla Biennale di Mosca e attualmente esposte a New York presso Cassina Projects. Jesse Darling ha ideato un esercito di strutture modulari con materiali di uso quotidiano, si tratta di un gruppo costituito da singole entità che riflette sul fenomeno della diffusione di ideologie radicali, mentre Enej Gala ha costruito tre gabbie, simili a delle uccelliere, dalle forme amorfe e senza entrata che diventano il simbolo di una trappola, di una sicurezza vincolante all’interno della quale spesso scegliamo inconsciamente di rinchiuderci. Non vi raccontiamo altro, se siete curiosi l’inaugurazione è alle 18.00 e la mostra rimane aperta fino al 13 maggio, per tutte le altre informazioni: www.corsocuratori.comaplusa.it                                            

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