Sono molti i misteri e i segreti che avvolgono gli artisti di epoche passate. La carenza di materiale su cui basare le fonti, le leggende create subito dopo la morte dell’autore di certo non aiutano a fare luce sulla verità. Spesso è impossibile distinguere ciò che è realmente accaduto da quello che invece è stato inventato. Fra i tanti artisti che hanno affascinato storici e amanti dell’arte c’è sicuramente Michelangelo Merisi, più noto come Caravaggio. La sua vita avventurosa, i suoi problemi con il papato e il suo carattere sono stato in passato materiale perfetto per la creazione di vere e proprie leggende sul suo conto. Ma fra tante invenzioni ci sono anche poche verità.
Il Bacco è un lavoro del Merisi datato fra il 1596 e il 1597. Rappresenta la divinità pagana avvolta da un drappo bianco che lascia intravedere l’incarnato. Lo sfondo scuro, la luce tagliente e la natura morta in primo piano sono le più evidenti caratteristiche stilistiche dell’artista. Il volto del dio tradisce ebrezza, sentimento confermato dal bicchiere di vino che tiene in mano. Sulla sinistra della tela infatti troviamo una brocca piena a metà dello stesso vino rosso contenuto nel bicchiere. Nella brocca a galleggiare nel liquido è stato scoperta una figura in origine non identificata. Era il 1922 quando attraverso un ingrandimento della zona si è scoperta l’identità di quella forma: un autoritratto di Caravaggio. Subito si è pensato fosse una figura aggiunta in qualche restauro precedente ma poco si poteva valutare con la tecnologia dell’epoca e l’argomento è stato chiuso.
Fortunatamente l’interesse però non è stato perso nel corso del tempo e grazie a uno strumento in grado di usare i raggi infrarossi è stato confermata l’ipotesi: è veramente un autoritratto. Del resto quale posto migliore per Caravaggio dove dipingersi se non galleggiando nel vino rosso all’intero della brocca proprio del dio del vino? Info: www.telegraph.co.uk