Il 23 aprile ha inaugurato a Lodi, in presenza del critico d’Arte Philippe Daverio, la Cattedrale Vegetale di Giuliano Mauri, il primo artista italiano a far parte di Art in Nature, movimento europeo nato nei primi anni Settanta, in opposizione alla Land Art americana. Si tratta di uno dei progetti incompiuti dell’artista scomparso nel 2009, che dopo otto anni viene inaugurata grazie al volere della famiglia e realizzata con il supporto del Comune di Lodi, della Regione Lombardia e di sponsor privati. L’opera copre una superficie di 1630 mq ed è formata da 108 colonne di legno e ognuna di queste ospita altrettante querce di cui guiderà la crescita. Con il passare del tempo gli alberi andranno a sostituire la struttura lignea formando una vera e propria cattedrale. Un progetto di architettura vegetale che si basa sul desiderio di Mauri di creare una continuità tra arte e natura e che si aggiunge alle già esistenti cattedrali di Mauri in Italia, ad Arte Sella (Borgo Valsugana, Trento, 2001) e al Parco delle Orobie (Bergamo, 2009), visitate ogni anno da migliaia di visitatori. La localizzazione di questa Cattedrale Vegetale, in particolare, nel contesto dell’ambiente perifluviale, ha comportato alcuni complessi interventi preliminari alla realizzazione dell’opera, di bonifica dei terreni e di predisposizione di un terrapieno per la sopraelevazione della Cattedrale a un livello di 3 metri oltre il piano dell’argine fluviale.Mauri costruiva architetture vegetali con l’intento di recuperare un dialogo profondo con i luoghi. In questa direzione si è sempre collocato il suo lavoro, attento a lasciare i segni minimi, essenziali, lievi, nella prospettiva di una sorta di continuità, o di reciproco completamento, tra arte e natura.