In questi giorni il Senato dovrà decidere su un provvedimento che allenta le decisioni pubbliche sulla vendita di opere d’arte di privati all’esterno. La questione è molto dibattuta e divide amanti ed esperti d’arte. Al momento i privati che vogliono vendere possono farlo senza passare per l’ufficio esportazioni della Sovraintendenza se le opere non superano i 50 anni dalla morte dell’artista. Il provvedimento prevede invece di aumentare gli anni a 70 e di mettere un limite per il valore del lavoro di qualunque epoca che non deve superare i 13.500 euro. In queste condizioni le opere non devono passare per l’ufficio esportazioni e sono libere di circolare all’estero. Così facendo lo stato su questi beni non potrà decidere se vincolarli o meno al territorio italiano. Il tema di dibattito è tutto qui.
C’è chi crede che non sia giusto lasciare in mano ai privati la possibilità di decidere di opere d’arte italiane e ci crede invece che così facendo, la più libera circolazione di lavori italiani all’estero, non potrebbe che fare del bene all’arte del Belpaese che ne guadagnerebbe sicuramente in notorietà. Fra i contro ci sono Stefano Boeri, Vittorio Sgarbi e tutti quelli che hanno firmato la petizione online contro il provvedimento. Fra chi invece si trova d’accordo ci sono Philippe Daverio e il gruppo di lavoro Apollo 2 che sottolineano come con la soglia dei 13.500 euro non escano dal paese certamente dei capolavori.