In grazia e bellezza

«Il mito della principessa rimane condanna e sogno dell’immaginario femminile e, se è vero che la sua base è nelle fiabe tradizionali, lo è altrettanto che a diffonderlo – e di fatto definirlo – sono state proprio le reinterpretazioni disneyane che hanno legato all’ideale del ”vissero felici e contenti” generazioni e generazioni di bambine. Un ideale che nel tempo è stato condannato e contestato, così la Disney è corsa ai ripari, proponendo eroine emancipate, capaci di salvarsi da sole. Ciò nonostante, il sogno della principessa è ben vivo ancora oggi».

Parole di Valeria Arnaldi, autrice di un interessante volume – In grazia e bellezza, l’evoluzione della donna secondo Disney (Ultra edizioni, 222 pagine, 23.50 euro) – all’interno del quale l’autrice porta avanti un’indagine minuziosa delle diverse eroine disneyane nei loro mutamenti, determinati da epoca e società, per mostrare come l’immagine e il concetto della donna siano cambiate nel tempo. Figure come Biancaneve, Cenerentola, Pocahontas e Mulan, solo per citarne alcune, derivate dalle favole ma ripensate in chiave animata per adattarsi a epoche e fantasie, hanno rappresentato un modello femminile per oltre una generazione e, ancora oggi, nonostante età e stereotipi, sono vere e proprie figure iconiche per molte giovanissime.

Parte da qui l’analisi di Arnaldi – giornalista, scrive su quotidiani e mensili italiani e stranieri – interessata soprattutto, parole sue, «a ricostruire il modello di donna proposto nei decenni, indagarne i motivi di fascino validi tutt’ora, ripercorrere l’evoluzione, appunto, di questa donna dalle visioni di Walt Disney, che ha raccontato le figure femminili del suo tempo, a quelle della Disney, per ”pesare” i sessismi delle diverse epoche». Ed ecco, nero su bianco, un viaggio in decenni di racconto e costruzione della femminilità, tra obiettivi raggiunti e battaglie perse. Incalza l’autrice: «La maggior parte di queste eroine sono figure che rispondono agli stereotipi dei diversi decenni ma soprattutto a cliché dell’immaginario maschile: belle, buone, giovani, ubbidienti, abili nei lavori di casa, pronte a seguire il loro uomo, fedeli e vincolate alla sacralità del primo bacio. Nel tempo, i film ci hanno insegnato che l’amore può non essere solo il primo, come in Pocahontas II, che l’uomo si può desiderare e corteggiare, come fa la Sirenetta, che si può baciare per prime, come Rapunzel e che il matrimonio non deve essere per forza l’obiettivo della vita, come accade in Frozen».

E ancora, focus su quelle donne che sembrano figlie di un femminismo radicale il quale – invece di riconoscere la parità tra uomo e donna – finisce per esaltare la forza di eroine solitarie. Riprende Arnaldi: «A sedurre, per paradosso, sono quei luoghi comuni visti come promessa e garanzia, anzi come veri e propri prerequisiti per la felicità». E quando le chiediamo quale sia l’eroina Disney che, scrivendo questo saggio, l’ha maggiormente sorpresa, la risposta è immediata: «Mulan, perché nonostante il coraggio dimostrato, la battaglia anche femminile vinta, finisce per attendere la proposta di matrimonio come ogni altra eroina. Ma devo dire che mi hanno affascinato tutte. Streghe comprese».

Info: www.ultraedizioni.it