Gilbert Baker, l’artista di San Francisco che ha ideato la bandiera con i colori dell’arcobaleno, icona della comunità Lgbt, è morto il 31 marzo a soli 65 anni a San Francisco, la sua città natale. Ex soldato e artista, Baker nel 1978 disegnò una bandiera per la giornata degli omosessuali con otto colori, che poi furono ridotti a sei, ognuno dei quali rappresenta un diverso aspetto dell’umanità. Un oggetto diventato un simbolo riconoscibile in tutto il mondo, perché trasmette l’idea della diversità e dell’inclusione. Scambiata molto spesso con la bandiera della pace, si differenzia da quest’ultima innanzitutto per l’assenza della scritta Pace, ma anche perché la disposizione dei colori è speculare (il rosso è in basso nella bandiera della pace, in alto in quella gay), e perché la bandiera della pace prevede sette strisce invece delle sei che compaiono in quella di quella LGBT. Entrambe derivano dall’arcobaleno, simbolo di pace e armonia anche nella Bibbia ma in particolare della rainbow flag, si è appropriata la filosofia spiritualista New Age. Proprio a questa si ispirò Baker classificando i colori con i diversi significati di serenità, spiritualità, natura, vita, sessualità…. Per ragioni di difficoltà e costo nel reperire tutti i colori previsti, le tinte si sono successivamente ridotte prima a sette e poi alle attuali sei. Riconosciuta una vera e propria opera d’arte, nel 2015 il Museum of Modern Art di New York ha acquistato la bandiera per la sua collezione di design, definendola una «potente pietra miliare». Il 27 giugno del 2015, quando la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito il diritto al matrimonio come diritto garantito dalla Costituzione anche alle coppie omosessuali, il MoMa ha sventolato orgoglioso la bandiera, così come il Philadelphia museum e il Victoria & Albert museum di Londra. Nello stesso anno, l’artista ha anche firmato il design di Absolut Vodka, realizzando Absolut colors, una bottiglia in edizione limitata che omaggiava la celebre bandiera.