Treasures from the wreck of the unbelievable, la mostra di Damien Hirst a Palazzo Grassi, non ha ancora aperto e già si sta attirando addosso le critiche di una fetta di cittadini. La mattina del 7 marzo il museo veneziano in orario di apertura si è trovato davanti all’ingresso un regalino dell’associazione Centopercentoanimalisti: 40 chili di sterco per protesta contro l’artista. Un’operazione “manzoniana” accompagnata dalla scritta “Damien Hirst go home! Beccati questa opera d’arte! 100% animalisti”. Un messaggio abbastanza severo se si pensa che ancora si sa poco e niente su quelle che che saranno le opere in mostra. Le unici informazioni trapelate hanno reso chiara l’ambientazione sottomarina della rassegna. Tuttavia, conoscendo l’arte di Hirst, c’è da aspettarsi la presenza di qualche animale in formaldeide. Secondo Centopercentoanimalisti l’artista costruisce la sua fortuna sull’uso di animali imbalsamati, squartati, spesso uccisi per l’occasione: “Il successo di Hirst – scrive l’associazione animalista sul suo blog – si basa sul fare leva sulle peggiori pulsioni e sensazioni umane e sul supporto di mercanti d’arte, critici prezzolati e galleristi. L’arte non c’entra per niente. È una squallida operazione commerciale basata sulla morte e il disprezzo verso esseri viventi”. Delle accuse di certo non nuove per l’artista che sin dagli inizi della sua carriera è stato bersaglio dell’opinione pubblica per le sue azioni controverse. Temi caldi che, anche in quest’occasione, svelano la loro attualità: “non sono escluse – aggiunge l’associazione – altre azioni e blitz a sorpresa contro la vergognosa mostra prima e durante”.