Rimane aperta fino al 4 giugno la mostra ospitata a Palazzo Ducale di Venezia e dedicata a uno dei più misteriosi pittori di sempre, Jheronimus Bosch. Anche l’Italia dopo la gigantesca mostra di Madrid si accoda alle celebrazioni dei 500 anni dalla nascita del grande pittore fiammingo. A rendere particolare l’esposizione è la ricercata fusione con la città lagunare dove infatti il pittore ha soggiornato e dove alcune sue opere sono state acquistate. Due trittici e quattro tavole sono stati i lavori comprati dal cardinale e letterato veneziano Domenico Grimani, pitture che oggi sono esposte all’interno del percorso espositivo contornate da altri esponenti della pittura fiamminga del periodo, compresi alcuni bulini di Durer. Sono infatti una cinquantina di opere che aiutano il visitatore a ricostruire il panorama artistico nel quale Bosch si trovava a operare. La mostra curata da Bernard Aikema con il coordinamento scientifico di Gabriella Belli e Paola Marini si conclude con un’immersione digitale dell’Inferno e nelle luci del Paradiso grazie alla tecnologia Oculus rifts.