Vermeersch alla Perrotin

«Quando penso all’arte, penso alla bellezza. La bellezza è il mistero della vita. La bellezza non è soltanto nell’occhio, è anche nello spirito», diceva l’artista espressionista Agnes Martin (1912-2004). Ma cosa penserebbe dell’opera d’arte del giovane artista fiammingo Pieter Vermeersch, classe 1973, che si impossessa i muri della celebre Galerie Perrotin a Parigi dal 7 gennaio e fine al 11 marzo?
Menzionare l’idea del bello nell’arte contemporanea può tuttavia sembrare audace anche se, quando si lascia quest’elegante palazzo nel cuore del Marais, è questa parola, bellezza, a restare impressa. 

L’artista, mescolando blocchi di marmo e gradazioni di colore, generate da foto del cielo, in cui nessuna nuvola va a turbare l’armonia d’insieme, rimette la pittura a ciò che c’è di più puro: i colori, la luce e lo spazio, creando un’opera concettuale. Non va pertanto rintanarsi in una dimensione metafisica della pittura, nonostante ci conduca a interrogarci sulle nostre esperienze sensibili e immaginarie, ma ci mostra una lettura colorata della realtà. A questo scopo, utilizza un elemento naturale, il marmo, che non ha soltanto la funzione di supporto dell’opera ma è parte integrante di essa. Su questo marmo va talvolta a stendere direttamente la pittura con le sue mani, fonde la propria impronta con una realtà “geologica”: impossessarsi il potere degli elementi della terra è così un modo per Vermeersch di lasciare la sua impronta su un frammento di tempo.
Opere che a prima vista paiono astratte, sono realtà estremamente reali, l’artista riesce ad afferrare la fugacità della luce del giorno e la durevolezza del minerale.
Info: www.perrotin.com