I nomignoli di Modigliani, da Dedo a Modì, fino al principe di Gerusalemme

Parigi

Molti non sanno che Amedeo Modigliani nacque a Livorno da una famiglia ebraica di umili origini. E pochi sono al corrente del fatto che, sin dalla piccolo, non si fece troppi problemi a mostrare disgusto verso le sue condizioni sociali, addirittura vergogna. Amedeo, detto Dedo da familiari e amici, una volta trasferitosi a Parigi trovò finalmente l’occasione per crearsi una nuova identità e iniziò ad atteggiarsi a grande pittore, sperperando i soldi che la sua famiglia gli mandava con tanti sacrifici. Riusciva a finirli in pochi giorni dopo l’inizio del mese, godendosi la vita da bon viveur: curava il suo aspetto, si vestiva elegante e gli piaceva pavoneggiarsi come un nobile. Tanto che i suoi amici lo ribattezzarono il Principe di Gerusalemme. Un nomignolo che gli piacque così tanto da utilizzarlo anche quando le sue condizioni economiche peggiorarono ulteriormente. I più, tuttavia, lo conoscono come Modì, appellativo che risale sempre agli anni parigini. Amante della vita mondana, presto cadde vittima dei vizi comuni tra gli artisti “maledetti”, droghe, alcool, oppio e assenzio, tanto da diventare irruente e aggressivo. È a quel punto che gli venne affibbiato il nomignolo “maudit”, maledetto appunto, che in italiano è venuto a trasformarsi in Modì.

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