Apollinaire, Picasso e la strana vicenda della Gioconda rubata

Parigi

«Chiamatemi solo se rubano la Gioconda», pare che disse così il direttore del Louvre nell’estate del 1911. Neanche a farlo apposta nel mese di agosto dello stesso anno veniva rubata dal museo parigino La Gioconda. Non si tratta di un film giallo ma di una vera storia, ormai ben nota a tutti. Pochi però sanno che durante le indagini il primo accusato fu il poeta Guillaume Apollinaire e, subito dopo toccò a Pablo Picasso ma entrambi alla fine vennero rilasciati perché innocenti. Apollinaire venne incastrato ingiustamente dalla testimonianza (falsa) del suo amante ferito, Honorè Ge’ri Pieret, che l’aveva accusato di aver ricettato statuette antiche rubate dal museo, un dono che lui stesso aveva fatto al poeta. A sua volta Apollinaire accusò in un secondo momento Picasso di averle rubate ma in realtà era lui stesso ad avergliele prestate durante la produzione de Les Demoiselles de Avignon. La faccenda in ogni caso si risolse per il meglio quando nel 1913 venne trovato a Firenze l’autore del furto, un italiano, Vincenzo Peruggia, dipendente del Louvre e la Monnalisa tornò al suo posto. Per Picasso comunque fu un’esperienza così traumatica da ammettere nel 1966, davanti al Café de Flore a un giornalista: «Provo ancora vergogna per l’affare della Gioconda».