La bellezza intrinseca delle cose, si sa, è destinata a scomparire, restia a perdurare perché invischiata nella sua natura caduca e fragile. L’aurora boreale catturata da Chiara Dynys, avventuratasi nei luoghi impervi della Lapponia svedese, è un fenomeno temporaneo, pertanto arduo da proteggere, ancor di più da captare e comprendere: tutto sembra confuso in quella luce fioca e sfocata, dalle tinte a tratti rassomiglianti ad un girone dantesco, la verità è difficile da decifrare nell’ombra così come nella troppa luce, ma l’artista riesce ad addomesticarla, addirittura a farla confluire al riparo, all’interno di una casetta apparentemente insignificante rispetto all’intero contesto: un suggestivo video è il protagonista dell’ultima fatica dell’artista in mostra alla M77 Gallery di Milano fino al 12 marzo prossimo, dal titolo Look Afar. Il primo piano della galleria viene completamente invaso da un’entropia fluorescente, quasi esoterica: il pittore simbolista Gustave Moreau sosteneva di credere solo a ciò che non poteva vedere, Dynys ci invita a guardare lontano, a riconsiderare la priorità dei dettagli come parti di un mosaico di una bellezza perduta ma salvifica.
L’esposizione, a cura di Michele Bonuomo, comprende un ciclo di lavori appositamente pensati e realizzati per gli spazi della galleria: al pian terreno troviamo infatti dei quadri-scultura, con le loro imponenti conici di metacrilato colorato, che riflette luce: la forza del materiale protegge la fragilità di ciò che si trova all’interno, rappresentazione fotografica o pittorica dell’aurora, impreziosita da lenti di cristallo che evidenziano ed esaltano i frammenti del paesaggio nordico, quasi fossero talismani stregati dalle mani dell’artista. È interessante osservare come Dynys, artista degli ossimori, ancora una volta giochi con la potenza dei contrasti, che per loro natura creano energia, energia che l’artista riesce a convogliare nella realizzazione di un ibrido perfetto, di aspetti formali e concettuali accuratamente e sapientemente miscelati: ecco che anche le zigrinature plastiche delle stampe lenticolari si risolvono in un’istantanea del paesaggio che si fonde e si confonde con l’elemento pittorico, animate da vivaci e pungenti cornici colate dalle forme appuntite, che con facilità richiamano l’asprezza e la rigidità delle terre del Nord. La complessità dell’arte di Dynys è da considerarsi dunque un ibrido entropico ricco di dettagli ed emozioni, di sensazioni come vedute del paesaggio e dell’anima.
Info: m77gallery.com/2015/04/chiara-dynys