Torna Scalvi, lo aspettavamo

«È stato molto faticoso. Così come lo è stata l’altra storia che adesso sta illustrando Stano. E poi ne avevo iniziato una terza, ma dopo venticinque pagine mi sono bloccato: avevo trovato una chiave bellissima, ero molto contento e poi l’ho persa, svanita, dimenticata. E così sono tornato a fare il pensionato». Parole di Tiziano Sclavi, giornalista, scrittore e – soprattutto – creatore di Dylan Dog, intervistato recentemente da Repubblica, in merito alla sua ultima ”fatica”: sceneggiare, a distanza di nove anni (il precedente episodio firmato da Sclavi è stato il numero 250, del luglio 2007), un albo dell’indagatore dell’incubo. Il numero 362.

Dopo un lungo silenzio, con i disegni di Giampiero Casertano, è un rientro atteso e fortemente pubblicizzato, che partecipa in grande stile a quelle che sono le celebrazioni del trentennale di Dylan Dog. Era infatti l’ottobre del 1986 quando nelle edicole italiane apparve L’alba dei morti viventi, il primo numero di quello che negli anni sarebbe diventato un vero e proprio fenomeno generazionale, piuttosto che un semplice eroe di carta. Ed eccoci ad oggi, con uno Sclavi in stato di grazia che racconta una storia densa di emozioni, dove Dylan è alle prese con il più terribile dei fantasmi che hanno popolato il suo passato, quello dell’alcolismo. Un argomento non casuale, che Sclavi affronta conoscendolo in prima persona, come spiega ancora nell’intervista («ce l’avevo in mente da decenni. Sono un alcolista e grazie agli alcolisti anonimi non bevo dal 1987, a parte una sciagurata ricaduta nel 2000. È un tema che avrebbe richiesto molte più pagine di quelle di un albo a fumetti e probabilmente un narratore migliore. Ma ci ho provato»).

L’albo torna a presentarci Dylan come un uomo che non può più bere, perché è stato alcolizzato. Ma quando conosce Crystal e se ne innamora, pian piano, ricade nell’abisso («era un’occasione speciale, credo che lei sia quella giusta», rivela sognante all’inseparabile amico Groucho). Owen Travers, invece, è un uomo che beve da quando l’amata moglie se n’è andata («io la adoravo, e anche lei adorava me»). Ed ecco che l’indagatore dell’incubo viene ingaggiato da Owen perché il fantasma della moglie morta continua ad abitarne la casa. Dopo un lungo silenzio è un racconto (la cover bianca dell’albo è una chicca, così come si nota l’assenza dell’editoriale del curatore Roberto Recchioni) che non può lasciare indifferenti, soprattutto i lettori della vecchia guardia.

In contemporanea con l’uscita in edicola, la Sergio Bonelli editore pubblica un’edizione speciale (144 pagine, 19 euro), in grande formato e con contenuti aggiunti (tra cui la sceneggiatura completa), senza dimenticare che Wow spazio fumetto a Milano dedica un’esposizione alla nuova storia di Scalvi. Aperta fino al 26 novembre, la rassegna – a ingresso libero – presenta al pubblico una selezione di trenta tavole originali firmate da Casertano.

Info: www.sergiobonelli.it