Il verbo sincronizzare deriva dal greco synkhronizo, letteralmente ”sono contemporaneo”, ovvero essere ciò che rende sincroni fatti, funzioni e azioni. A tal proposito Giorgio Agamben scriveva: ”Contemporaneo è colui che tiene fisso lo sguardo nel suo tempo, per percepirne non le luci, ma il buio. Tutti i tempi sono, per chi ne esperisce la contemporaneità, oscuri. Contemporaneo è, appunto, colui che sa vedere questa oscurità, che è in grado di scriverne intingendo la penna nella tenebra del presente. […] Contemporaneo è colui che riceve in pieno viso il fascio di tenebra che proviene dal suo tempo”. Ma cosa significa, per l’arte, essere davvero contemporanea? La Gestalt Gallery di Pietrasanta, divenuta pietra miliare del talent scouting dei più validi artisti ungheresi, presenta sino al 12 agosto prossimo Sync, doppia personale di György Gáspár e Zsuzsanna Korodi, coppia nella vita e per la prima volta anche nell’arte. Come suggerisce il titolo, Sync, ci parla del biunivoco rapporto che indissolubilmente lega i due artisti, ma anche della quanto mai stretta relazione tra opera e spettatore: la virtuosa lavorazione e purezza del vetro, vera e propria firma degli artisti, è sublimata nel rapportarsi della materia alla luce, luce che inevitabilmente genera ombre in combinazioni infinite. La ricerca artistica di Gáspár e Korodi accosta inoltre la concettualità propria dell’arte cinetica al piano formale dell’optical art, che fa l’occhiolino al pop. Un’esperienza sensoriale che ci ricorda come luci ed ombre siano sincroni nell’arte come nella vita. Info: www.gestaltgallery.it