Interpretare un qualsiasi lavoro di Vincent Van Gogh con tecniche artistiche non convenzionali sembra essere un vero e proprio trend. Sempre più spesso si incontrano artisti, o aspiranti tali, che tentano di rifare la Notte stellata in modo inedito. Le ragioni di questa attenzione nei confronti del pittore olandese possono essere molte e tutte sembrano partire dalla constatazione che Van Gogh è uno degli artisti più famosi al mondo con uno stile facilmente individuabile. Sarebbe difficile, infatti, immaginare un successo del genere prendendo come modello un altro pittore, seppur coevo, come Pisarro. Un Van Gogh è facilmente riconoscibile anche per chi è totalmente a digiuno di arte, tanto è entrato a far parte della nostra cultura visiva. Con più facilità viene riconosciuto il modello e più soddisfazione crea nello spettatore, più è soddisfatto lo spettatore e più questo sarà disposto a riconoscere all’interprete di turno del pittore olandese delle grandi doti artistiche. E per l’interprete di turno è un ritorno di immagine non trascurabile.
Fra i vari esempi che possiamo ricordare, degno di nota è sicuramente il lavoro di Melanie Sullivan che ha tentato di riprodurre dei Van Gogh attraverso batteri. Oppure in Kansas dove il land artist Stan Herd ha ricreato un dipinto del pittore in un campo che lui stesso ha coltivato per mesi scegliendo le piante in base ai colori al fine di far nascere letteralmente dal terreno il dipinto di Van Gogh. Più recente è invece il video che spopola sui social network dell’artista turco Garip Ay che lavorando con pigmenti a base d’olio resistenti all’acqua, sull’acqua stessa dipinge, si fa per dire, il cielo stellato e l’autoritratto del post impressionista.