Inside Art #106, ci siamo

Inside Art #106 arriva nelle librerie e nei bookshop di tutta Italia il 22 giugno a 6 euro con una nuova copertina d’artista firmata dal duo The Cool Couple. Come sempre la cover è in vendita su Inside Art gallery questa volta in un unico esemplare. Un’estetica che rompe i ponti con la sobria eleganza degli ultimi numeri e ci trasporta brutalmente sullo schermo di un pc. L’immagine, dal titolo Wow.Whops.Sorry (a quote), è composta dalla sovrapposizione di più livelli: sul fondo, sfocata, si riconosce la foto di un gattino in un contesto vagamente bucolico; in primo piano, in una risoluzione più nitida, una miriade di teste e mezzi busti di gatti scontornati, stretchati, mutilati, deformati nelle loro sembianze.

E le prime pagine del giornale sono dedicate proprio al duo che rientra nella sezione Artisti insieme ad altri sei autori. Vicino al campo fotografico c’è anche la ricerca di Giuseppe De Mattia che nell’intervista racconta i suoi ultimi lavori e le sue ossessioni come la memoria e l’archivio, mentre parla di come è riuscito a fingersi Luigi Ghirri e creare delle fotografie che sembrano realizzate dal maestro ma che invece provengono da altre mani. Cambiamo poi disciplina e nelle pagine successive trattiamo la pittura in un dialogo con Vincenzo Schillaci. I suoi austeri lavori, tavole composte con stucco marmoreo stratificato, spingono l’osservatore a interrogarsi sul concetto di margine e di conseguenza del suo posto nel mondo. Di formazione pittore ma di esiti completamente diversi sono le opere di Francesco Irmen che insistono sul rapporto fra natura e artificio e si presentano sotto la variegata forma di installazioni, dipinti e fotografie. Suono che acquisisce una solidità scultorea è invece la ricerca intrapresa da Alberto Tadiello che nella nostra intervista ci parla anche della sua passione per Sant’Antonio Abate, uno dei più illustri eremiti della storia. E poi ancora, chiudono la sezione Artisti, le ricerche su installazioni intangibili della francese Marie Lelouche e i legami invisibili che collegano l’umanità nei lavori di Alice Schivardi.

Il portfolio di questo numero è dedicato ad Amalia Ulman con il progetto, considerato la prima opera d’arte su Instagram, Excellences and perfections. Accanto a una nuova presentazione grafica della sezione c’è l’intervista a Fiontán Moran, assistan curator alla Tate, museo che ha ospitato nella collettiva Performing for the camera il lavoro di Ulman.

Gravità zero è invece il titolo del focus incentrato sul rapporto fra arte contemporanea e spazio. Apre un intervento di Livia Giacomini dell’Istituto nazionale di astrofisica che ci racconta quello che di nuovo sta succedendo nelle ricerche cosmiche. Un’intervista con Fabio Cavalucci, direttore del centro Pecci che a ottobre riaprirà le sue porte, sposta l’attenzione sul rinnovato interesse di giovani artisti nei confronti del cosmo. Scienza e arte si riunisco di nuovo in una chiacchierata con Monica Bello, direttrice di Art@Cern, un progetto di residenza per artisti nella sede Cern a Ginevra. Non poteva certo mancare la Nasa che, nelle parole di Ulrich Bert, racconta il legame dell’agenzia spaziale con l’arte. Come collegamento tra i vari interventi, e come conferma di questa unione fra cosmo e arte, una carrellata di artisti che hanno compiuto ricerche in questa direzione (Trevor Paglen, Alberto di Fabio, Clara Montoya, Esther Mathis, Marco Castelli, Julien Mauve, Katie Paterson, James P.Grahm, Michele Giangrande, Marco Strappato, Alberto Sinigaglia, Leonardo Petrucci, Paul Van Hoeydonck).

Chiudono il giornale un punto sulla mostra di Banksy alla Fondazione Roma, un’intervista a Cristiano Toraldo di Francia, fondatore di Superstudio, gruppo che proprio quest’anno compie cinquant’anni, qualche domanda all’artista Davide Dormino e Vittoria Malagò e poi fra gli spazi: Roberta Cima, il nuovo FM Centro per l’arte contemporanea di Milano.

 

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