Al Madre inaugura la più grande retrospettiva mai dedicata a Mimmo Jodice

Napoli

Apre oggi le porte al pubblico la più grande retrospettiva mai dedicata a Mimmo Jodice e ospitata dal Madre fino al 24 ottobre. Curata da Andrea Villani, la mostra ha per titolo Attese 1960-2016 e raccoglie quasi l’intera produzione del fotografo partenopeo. Più di cento opere sono presentate nel percorso che si sviluppa fra le varie sale del museo diviso in sezioni fra loro connesse. Per meglio comprendere il lavoro di Jodice è stato chiesto allo stesso artista di segnalare lavori che sono per lui fonte di ispirazione. Per la prima volta in una sua mostra il fotografo lascia affiorare anche le fonti della sua ricerca, rappresentate da opere selezionate con l’artista stesso: due capolavori dell’archeologia mediterranea (la scultura in marmo bianco del Compagno di Ulisse e il busto in bronzo di Artemide, provenienti da quell’ipotetico museo del mare nostrum che Jodice evoca nelle sue opere di soggetto archeologico) sembrano presagire, tramite il catalogo di frammenti antiquari delle acqueforti su rame di Giovanni Battista Piranesi, la loro futura sintesi fotografica. La ferocia astratta di Eden oscilla fra la Natura morta con testa di caprone (1645-1650) di Jusepe de Ribera e la quiete delle nature morte di Giorgio Morandi, mentre i paesaggi di Jodice sembrano trovare accogliente assonanza nelle metafisiche piazze d’Italia di Giorgio De Chirico (La grande torre, 1932-38) o nei silenziosi, compendiari, minimali scenari cittadini di Mario Sironi (Paesaggio urbano, 1920). Info: www.madrenapoli.it

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