Una banconota da 10mila lire al centro del workshop di Pietro Ruffo per la BCC

Bellegra

Lo scorso weekend, si è tenuto nel Convento di San Francesco di Bellegra (Roma), il nuovo appuntamento di E-straordinario, progetto promosso dalla Fondazione Ermanno Casoli, che porta l’arte contemporanea nel mondo dell’impresa utilizzandola come strumento didattico e metodologico per la formazione aziendale. Questa volta, sotto il titolo The Wishfull Map #3, a cura di Marcello Smarrelli, l’artista Pietro Ruffo ha tenuto un workshop coinvolgendo 35 impiegati e funzionari della banca con l’obiettivo di rafforzare, attraverso la creazione di un’opera d’arte, i valo che rappresentano la cultura della Banca di Credito cooperativo di Bellegra. Punto di partenza per l’opera, una banconota da 10mila lire degli anni cinquanta, che è stata ridisegnata e ingrandita dai partecipanti per diventare una mappa sulla quale sono stati disposti, nel verso e nel recto, diversi elementi cromatici corrispondenti a proiezioni, studi, previsioni e calcoli scaturiti dalla progettazione di un ipotetico piano di finanziamento pensato dai dipendenti della banca per lo sviluppo e la crescita di un’azienda della zona. «L’etimologia della parola denaro – ha spiegato Ruffo – è legata al termine pecunĭa(m), che in lingua latina deriva da pěcus, ossia “pecora” perché anticamente gli animali e soprattutto il bestiame allevato costituivano la ricchezza posseduta e scambiabile tramite il baratto, rappresentando così le banconote in un periodo in cui ancora non vigeva l’uso della moneta. Da questo forte legame tra il denaro e la terra è nata l’idea di considerare la carta moneta come una mappa geografica». Per la BCC, inoltre, le 10mila lire hanno un valore simbolico, in quanto i soci fondatori, nel ’59, diedero vita alla Cassa rurale di Bellegra versando 10mila lire ciascuno.

 

Articoli correlati