Restituire a Francesco Paolo Michetti, pittore abruzzese scomparso nel 1929, quel ruolo di artista di caratura europea legato al periodo ottocentesco, senza dimenticare la sua qualità di interprete – davvero originale – della cultura del Novecento. Nasce da questa esigenza il festival Michettiano, che fa leva su due mostre parallele accolte a Roma alla galleria Berardi (La luce e il segno, fino all’11 giungo) e il centro studi Cappella Orsini (Prima delle avanguardie: i risultati della sperimentazione artistica di un precursore della modernità, fino al 30 giugno). Promosso anche grazie al supporto del bisnipote di Michetti, Roberto Lucifero, il festival rappresenta un ricercato progetto culturale multidisciplinare, con l’intento di focalizzare, come già anticipato, due momenti della sua attività artistica. Il primo, ottocentesco, è costituito dall’opera Il corpus domini, considerato il primo dipinto italiano di chiara matrice impressionista, e da un nucleo di lavori subito successivi; il secondo, novecentesco, è rappresentato da un corpus di opere appartenenti alla collezione di Michetti, frutto di una lunga, intensa serie di esperienze.
Info: cappellaorsini.com