Che il fuoco possa essere soluzione pacifica appare tanto improbabile quanto la presenza di iceberg nel centro storico di Napoli. Eppure Pennacchio Argentato, binomio artistico campano attivo tra l’Italia, la Germania e il Regno Unito, sono i protagonisti di Peace is a fire, prima personale nella galleria partenopea Acappella aperta fino al 10 maggio. Il titolo è citazione da una raccolta di aforismi buddisti di Bikshu Sangharakshita, ma è soprattutto il testo della scultura pendente in plexiglass che accoglie il visitatore, sulla cui superficie vengono proiettate scene del celebre videogioco Call of Duty: Black Ops III. Attori principali nel racconto espositivo risultano essere le opere posizionate sui muri e sul pavimento, appositamente rivestito di semplice moquette grigia, cromaticamente più accomodante rispetto alla parvenza dei lavori esposti, a differenza delle ceramiche campane dipinte caratteristiche della galleria napoletana.
Sculture quindi popolano gli spazi assumendo forma di blocchi artici, un effetto tridimensionale spiazzante restituito grazie alla manipolazione di resina epossidica e lana di vetro; una verosimiglianza ottenuta grazie a stampe fotografiche di ghiacciai prese dall’archivio Istockphoto, applicate ancora fresche sulla struttura lavorata ma non asciugata. Gli artisti inoltre intervengono con dei segni pittorici sulle immagini, che, oltre ad avere ora una configurazione stabile e solida di ammassi glaciali, sanciscono un’alleanza metodologica tra scultura pura, pittura e fotografia; un’ibridazione di linguaggi che scandisce il modus operandi di Pennacchio Argentato. Il rimando al tema del surriscaldamento globale e dello scioglimento dei ghiacciai è pretesto per riflettere su contrasti e dualismi (corpo/mente, natura/capitalismo), in particolare attraverso un gioco di ossimori linguistici e contrapposizioni tra testi (titoli della mostra e delle opere) e immagini. Info: www.museoapparente.eu