Hiroshi Sugimoto a Barcellona

“Per quanto finto sia il soggetto, una volta fotografato è come se fosse vero”: queste parole pronunciate da Hiroshi Sugimoto risultano quanto mai emblematiche se associate alle varie serie che compongono la sua produzione, dagli esordi fino a oggi. Il lavoro del fotografo, uno fra i più importanti dei nostri tempi, è originale e tocca tematiche profonde, quali lo scorrere del tempo, l’immortalità e lo stretto legame che da sempre ancora l’uomo alla natura. Attraverso un uso creativo delle varie tecniche messe a disposizione dalla fotografia e un abile utilizzo del bianco e nero, Sugimoto propone scatti d’autore che suscitano molteplici sensazioni e ci fanno viaggiare con la mente verso epoche e paesaggi lontani. La Fundación Mapfre di Barcellona offre un assaggio di alcune delle sue principali serie, quasi tutte realizzate in grande formato. Prima fra tutte, cronologicamente parlando, Dioramas, in cui vengono immortalati paesaggi preistorici popolati da animali imbalsamati, e in particolare quelli del Museo di storia naturale di New York, a rafforzare la convinzione dello stesso artista che la macchina fotografica altro non è che un macchina del tempo. L’estremo realismo che caratterizza tali immagini lo ritroviamo in Potraits, ritratti di alcuni dei personaggi storici più illustri del passato, che generano, con la loro atemporalità, una certa tensione tra reale e falsificato, animato e inanimato, vita e morte.

Una particolare rappresentazione della morte viene data dagli schermi dei cinema immortalati nella serie Theatres, dove Sugimoto cattura, di un intero lungometraggio, un unico istante: il risultato è uno schermo completamente bianco che genera nell’osservatore un grande senso di vuoto e quindi di timore nei confronti dell’ignoto al di là della vita. Negli scatti della serie Seascapes, invece, a dominare è il contrasto fra il bianco e il nero: dei semplici orizzonti divengono puro emblema della fotografia astratta e generano un effetto romantico, quasi mistico. Nelle stampe Lightning fields, infine, ottenute da scariche elettriche impresse su pellicola, viene resa esplicita la sua profonda passione per la scienza ed i fenomeni naturali e allo stesso tempo traspare un implicito omaggio al fotografo William Fox Talbot, pioniere della rappresentazione fotografica in negativo-positivo. Rigore concettuale e maestria tecnica sono senz’altro i tratti fondamentali che distinguono Sugimoto, un autore che vale la pena esplorare nel dettaglio.
Fino all’8 maggio, Black Box, Fundación Mapfre; info: www.fundacionmapfre.org/fundacion

 

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