Dal 18 maggio al 5 giugno Sydney ospita una delle biennali più importanti del mondo. Giunta alla sua ventesima edizione, quest’anno si presenta al pubblico sotto la traccia The future is already here – it’s just not evenly distributed, una frase tratta da William Ford Gibson, autore statunitense di testi di fantascienza, considerato l’esponente di spicco del filone cyberpunk. La Biennale di Sydney ha raggruppato circa 83 artisti da 35 paesi diversi per interpretare il modo in cui l’era digitale ha cambiato le nostre vite e per capire come la tecnologia si distribuisce nei vari paesi del mondo. La direzione artistica, affidata quest’anno a Stephanie Rosenthal, punta soprattutto a esplorale le relazioni tra la visual art e la performance, tra cui è stato presentato il nuovo lavoro BDR di Mike Parr all’opening dell’evento, il 17 marzo. Gli spazi, inoltre, sono suddivisi in ambasciate, come le ha definite la curatrice, degli spazi più che fisici, di pensiero: Embassy of Disappearance, Embassy of Real, Embassy of Translation e così via. «Sono interessata nei lavori contemporanei che parlino di attualità – spiega Rosenthal – è importante capire come la tecnologia ha cambiato le nostre vite e per farlo dobbiamo prima digerire quello che è successo invece che cercare di capire cosa succederà nel futuro».