Non tutti ricordano che dietro la maschera irriverente e sarcastica della strega si nasconde una storia molto drammatica, fatta di persecuzioni, processi sommari, morte (in tutta Europa centinaia di migliaia di donne accusate di stregoneria persero la vita tra il 1400 e il 1500) e torture. Un vissuto che ha scosso la società di quel tempo e che impressionò lo spirito degli artisti. Uno su tutti Pieter Bruegel il Vecchio, uno dei massimi esponenti della scuola fiamminga, a cui il Sint Janshospitaal di Bruges dedica una mostra, fino 26 giugno, intitolata, per l’appunto, Bruegel’s witches. Un’esposizione che esalta e nobilita lo stile fiammingo, curata pregevolmente dalla storica dell’arte Renilde Vervoort, e che è incentrata interamente su questo avvincente storytelling sulla figura delle streghe nel 1500. Un racconto che tocca tutta Europa, ma che non a caso parte da Bruges. Perché proprio a Bruges Pieter Bruegel per primo realizzò alcune incisioni che ritraevano alcune donne/streghe munite di cappello a punta e scopa volante, con i volti solcati da rughe e costellati di bubboni. Esattamente la stessa immagine che l’iconografia universale, da quel momento in poi, ha utilizzato per rappresentare le streghe nell’arte, nella letteratura, fino al cinema, all’animazione e al fumetto. La mostra ha senz’altro il merito di ripercorrere in maniera scenograficamente molto appagante questo filo concettuale tra il 1500 e i giorni nostri, partendo da due disegni del celebre artista fiammingo ed esaltando il suo genio nell’essere riuscito a toccare, grazie alla sua intuizione, la percezione globale di un fenomeno storico sociale, al punto da dargli un’immagine talmente adatta ed esplicativa da essersi profondamente radicata nell’immaginario collettivo fino ai giorni nostri.
Tutto il resto è un trionfo di pittura fiamminga ad opera di altri autori che si sono cimentati con lo stesso tema. Ne emerge la deliziosa cura dei dettagli e dei particolari in ogni scena, in ogni espressione e in ogni movimento. Oltre 150 lavori, complessivamente, sono stati raccolti per completare il percorso espositivo, tutti realizzati da artisti fiamminghi quali David Teniers (il giovane) e Frans Francken: quadri, stampe, incisioni, manoscritti e disegni sono stati affiancati ai lavori di Bruegel per raccontare il modo in cui l’arte ha affrontato nel Cinquecento e nel Seicento il tema delle streghe.
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Tutto avviene nella suggestiva cornice di Bruges, la bomboniera delle Fiandre, città di grande fascino ed eleganza, così perfetta in ogni scorcio da sembrare quasi un quadro fiammingo. L’atmosfera invernale suggerita dai suoi tetti, dai suoi mattoni e dalle sue architetture si presta perfettamente ad accogliere un percorso espositivo dal concept così ”gothic”. Bruges, come le altre città delle Fiandre, ha una radicata tradizione artistica, che si è sviluppata nel corso dei secoli intersecandosi con la sua grande storia commerciale e finanziaria. Tutto questo ne fa oggi un centro culturale di interesse internazionale, tappa imprescindibile per chiunque voglia approfondire la conoscenza dell’arte fiamminga, uno dei momenti piùintensi del Barocco europeo, di cui Bruegel è stato uno degli interpreti più apprezzati. Da Bruges a Bruxelles le sue testimonianze rappresentano un’attrattiva costante, insieme a quelle di Rubens e Antoon van Dyck. La sua dialettica sempre così attenta alla cronaca delle scene rappresentate e alle trame popolari e contadine da molti è stata considerata un’avanguardia per quel periodo, tanto da piantare il seme da cui sono germogliati successivamente nuovi movimenti artistici.
Bruegel’s witches,
fino al 26 giugno
Info: www.visitflanders.com – www.museabrugge.be