Annelies Blam, Overlappen

Overlappen in olandese significa sovrapposizioni che, come in un racconto una fiaba un sogno un incontro possono dare il via ad altri racconti, storie, intrecci che dunque si contaminano spontaneamente a vicenda e che si possono leggere e (ri)scoprire all’interno dei lavori di Annelies Blaam. In Overlappen, dal 19 febbraio a cura di Roberta Perego, la Blaam presenta un ciclo di lavori inediti: 56 custodie per cd illustrate e rielaborate attraverso vari medium come «un immaginario che si deposita per trasparenza sulla parete “autografata” di Piscina Comunale, a muovere una delicata interferenza tra storie». L’artista afferma «Quello che riverso sulla carta sono espressioni ed emozioni che trovo quando dipingo. Ecco perché i miei lavori sono piccoli pezzi di identità, la mia identità, e di quello che provo […]Molti personaggi affollano i miei lavori, compaiono e scompaiono, senza una reale motivazione». Overlappen, quindi, è una narrazione, nella quale intervengono, oltre ai personaggi fantastici della Blamm, altri due attori: Adriano Pasquali e Roberta Perego. Adriano Pasquali è la mente, il braccio, la forza, lo slancio dell’anticonvenzionale quanto stupefacente iniziativa di Piscinacomunale, nata circa dieci anni fa negli spazi della sua copisteria (La Copia) nei pressi della stazione di Milano Lambrate. Tra macchine per plotter e risme di carta entrando nella bottega balza immediatamente all’occhio la parete di sinistra completamente “autografata” da artisti di ogni genere. Dal 2003 ad oggi ne sono passati più di cinquanta che, in questo anomalo spazio, hanno avuto la possibilità di esporre le loro opere con Adriano in veste di curatore, gallerista, talent scout, regista.  Un fervido centro di produzione artistica, oltre che espositivo; un modo interessante, nella visione dell’ideatore,  per educare un pubblico più ampio al contemporaneo e alla ricerca artistica. Tratti, questi, che non sono sfuggiti alla Perego, giovane curatrice dell’esposizione, quando ha deciso di buttarsi nella collaborazione con Piscinacomunale. Accogliente, caldo e vivo Piscinacomunale è un luogo di genuini e formidabili incontri, come ha raccontato Roberta Perego:

Come è nata la collaborazione con PiscinaComunale?
«La collaborazione con Adriano Pasquali e con Piscinacomunale è nata, come spesso accade, da un incontro. Ci siamo conosciuti la scorsa estate all’interno di una delle mostre all’HangarBicocca. Da alcune domande sulla mostra è nata una conversazione, che è diventata un invito a un’inaugurazione, che è diventato un invito a collaborare. Il vero talent scout è Adriano Pasquali: mi ha presentato il lavoro di Annelies Blaam invitandomi a partecipare al progetto. Il mio ruolo è stato di supporto, nel dialogo con l’artista e nella stesura del testo di presentazione della mostra. L’allestimento è nato in modo molto spontaneo, volevamo che le “sovrapposizioni” di cui racconta il titolo prendessero vita attraverso la parete di Piscinacomunale, come una sovrascrittura continua di storie. Braccia, chiodi e martello invece sono di Marco Chiesa. Le 56 custodie per cd, presentate in occasione di Overlappen, sono inediti di ultima produzione ma non nascono appositamente per la parete come progetto site-specific, per quanto alcune analogie e corrispondenze possano far pensare al contrario. Allestendo ci siamo trovati tra le mani personaggi di Annelies Blaam che sembravano ispirati alle storie della parete e viceversa; di nuovo, un incontro».

Che idea ti sei fatta della situazione attuale dell’arte contemporanea, soprattutto in Italia?
«La mediazione mi permette di crescere e modellare la percezione che ho della ricerca di un artista anche attraverso gli occhi del pubblico; la convivenza con le opere in mostra è un esercizio continuo che mi permette di rivedere, ridimensionare e persino scoprire. L’arte contemporanea è per me uno stimolo e una passione, una fonte di studio e di conoscenza multidirezionale. Vorrei che fosse più inclusiva e meno esclusiva. Vorrei che educare al contemporaneo fosse parte naturale del sistema. Nei lavori della Blaam l’arte diventa davvero stimolante, punto di partenza per costruire narrazioni dalle infinite sfaccettature; l’intimità di un pensiero non si rannicchia in se stessa, ma entra a far parte della collettività e diviene così, come nelle parole di Roberta, arte inclusiva. Come dei frame di un film di David Lynch, le custodie della Blaam possono essere riassemblate in base ai nostri stimoli ed emozioni, come è il suo modo di operare. Lei stessa mi ha raccontato che non c’è un ordine predefinito nella disposizione delle opere, come non c’è un metodo che solitamente segue, ma il suo fare si nutre, piuttosto, di suggestioni che arrivano direttamente dagli oggetti di cui si circonda, dalla musica in sottofondo, dalla luce e dallo spazio».
Info: piscinacomunale.blogspot.it

 

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