Giovane ma non giovanissima, Arco Madrid spegne quest’anno la sua 35esima candelina. Era il 1981 quando, per iniziativa di un’eccentrica gallerista andalusa, Juana de Aizpuru, nacque la fiera d’arte contemporanea che tutti al mondo conosciamo. Gli italiani, in particolare, sono molto legati alla rassegna spagnola e formano sempre una parte predominante al suo interno rispetto agli altri paesi partecipanti. Basti ricordare il 2000, anno dell’Italia paese ospite, in cui fu lo stesso Achille Bonito Oliva il commissario, selezionatore di 24 gallerie tra storiche e giovani, che offrivano il meglio dell’arte nostrana dell’ultimo decennio del Novecento. Quella che aprirà domani è invece una fiera che vuole rendere omaggio alla propria storia con un programma speciale dal titolo Imagining Alternative Futures, che riunisce 35 gallerie provenienti da 14 paesi che nel corso degli anni hanno contribuito a rendere Arco un punto di riferimento per l’arte internazionale. Una fiera che punta quest’anno a internazionalizzarsi sempre di più, con l’adesione di 169 gallerie provenienti da tutto il mondo, tra cui 47 gallerie provenienti da 10 paesi dell’America Latina Per la prima volta, inoltre, grazie al progetto Año 35, gli eventi correlati saranno sparsi in location diverse della città, come il Museo Archeologico Nazionale, il Museo Nazionale di Antropologia, il Museo del Romanticismo, il Museo Casa de la Moneda, le Casa Arabe e la Embajada de Colombia e tanti altri. Dal 24 al 28 febbraio; info: www.ifema.es/arcomadrid_01