La Fondazione Beyeler di Basilea dedica a Jean Dubuffet la grande mostra Jean Dubuffet-Metamorfosi del paesaggio, la prima allestita in Svizzera, in programma fino all’8 maggio. Attraverso un percorso espositivo approfondito, oltre 100 lavori illustrano la carriera del padre dell’Art Brut, in grado di sovvertire gli schemi e di anticipare le suggestioni della contemporaneità. Dopo aver visitato alla fine della seconda guerra mondiale alcuni ospedali psichiatrici di Berna e Ginevra, fu lui a elaborare questo concetto, per indicare le produzioni artistiche realizzate da non professionisti che operano al di fuori delle norme estetiche convenzionali. Egli intendeva, in tal modo, definire un’arte spontanea, senza pretese culturali e senza alcuna riflessione. Un concetto che influenzò molti artisti, tra cui celebri rappresentanti della street art, come Jean-Michel Basquiat o Keith Haring. Impressionato dalle espressioni grafiche di autori outsider, così come dal linguaggio formale, dai modi narrativi infantili e dalle opere di artisti emarginati, Dubuffet non ebbe mai paura di osare né di andare contro le convenzioni artistiche più radicate. Tra i lavori in mostra anche il ciclo più onnicomprensivo di Dubuffet, L’Hourloupe, realizzato tra il 1962 e il 1974. Queste opere, nate da scarabocchi tracciati distrattamente con la penna a sfera durante le telefonate, comprendono tele ma anche lavori grafici, sculture e installazioni scultoree, architettoniche e teatrali. Dal 31 gennaio all’8 maggio; Info: www.fondationbeyeler.ch