Sette anime dannate

«Sette anime smarrite s’aggiravan per il mondo, poi qualcuno le ha chiamate per un triste girotondo». Originariamente pubblicata come speciale numero sei nel 1992, Sette anime dannate rimane, a distanza di anni, una delle più belle storie di Dylan Dog realizzate da Tiziano Sclavi (classe 1953, soggetto e sceneggiatura) insieme a Corrado Roi (classe 1958, disegni). Così, dopo una serie di ottimi precedenti – da Mater morbi di Massimo Carnevale e Roberto Recchioni a Il sorriso dell’oscura signora e Caccia alle streghe, di Sclavi e, rispettivamente, di Nicola Mari e Piero Dall’Agnol – si rinnova il connubio tra Bao publishing e la Sergio Bonelli editore (che nel 1986, con l’albo L’alba dei morti viventi, ha fatto conoscere al grande pubblico l’indagatore dell’incubo). In grande formato, con un apparato di extra che includono un codice Qr alla versione digitale dell’epilogo realizzato da Sclavi e Roi, l’edizione Bao (144 pagine, 18 euro) ha una sfiziosa copertina variant realizzata ad hoc da Corrado Mastantuono – limitata a 1750 esemplari, che non sarà più ristampata – mente la prima edizione porta la firma di Angelo Stano. Si tratta di una cover di forte impatto, con Dylan associato ad una marionetta. «Ho concentrato la mia attenzione sull’elemento della manipolazione, nodo centrale della storia, e mettere a confronto l’inquilino di Craven road con l’inquietante pupazzo di legno che lo raffigura. Il tutto in uno spazio astratto ed evocativo dove poter inserire, appunto, le anime dannate», spiega Mastantuono.

Un volume a fumetti, Sette anime dannate, che non viene meno al mescolare toni horror, surreali e grotteschi che caratterizzano da sempre le avventure di Dylan Dog, un personaggio affascinante – è un investigatore il cui nome è ispirato al poeta Dylan Thomas (1914-1953), vive a Londra e si occupa di casi nei quali sono coinvolti l’incubo e il soprannaturale, i fantasmi e le dimensioni trascendenti – che ha ispirato saggi, film e dischi (celebre la sua tipica esclamazione «Giuda ballerino», che dà il titolo a un brano dell’ottima rock band Anhima). Per quanto riguarda la storia in sé, molto apprezzata dagli appassionati dell’indagatore dell’incubo, il consiglio è davvero quello di leggera e non farsela raccontare; se invece la curiosità non lascia scampo, ci si può soffermare su questo incipit, che ben tratteggia la trama: «Benvenuti a Xanador, signori. Un castello senza tempo, abitato da marionette. Siete ospiti di un invisibile padrone di casa, pedine di un gioco di vita e di morte. È la recita del delitto e del castigo, che punirà i vostri peccati con la pena suprema e definitiva. Non c’è via di fuga da Xanador, perché non si sfugge a se stessi. Non puoi scappare dal futuro che è già chiuso nella tua anima dannata». Info: www.baopublishing.it

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