Massimo Bray, 57enne ex ministro dei Beni Culturali sotto il Governo Letta fino a febbraio 2014, sarebbe il possibile sfidante di Roberto Giachetti nella candidatura a sindaco di Roma. Intellettuale stimato, il suo nome sembrerebbe essere appoggiato sia da Sel che da molti del Pd e, non solo, manderebbe definitivamente a casa Ignazio Marino: «Marino? – ha detto Matteo Orfini alla convention al Teatro Brancaccio di Roma degli amministratori dei municipi della capitale del Partito democratico – Non era in grado di fare il sindaco, ora lavoriamo per il futuro senza pensare al passato. Invece Bray, se vorrà farlo, sarà perfettamente in grado». La novità, inoltre, non consiste soltanto nel nome, Bray di certo posizionerebbe le questioni culturali al centro della propria proposta politica per la Capitale: “In trent’anni – scrive sul suo profilo Fb – ho imparato ad amare questa città, la sua bellezza, la generosità delle donne e degli uomini che la abitano, che la difendono, la tutelano, che soffrono per chi non sa rispettare la sua storia e i suoi valori. Rimango ancora stupito e ammirato per la sua grande bellezza e vorrei che si lavorasse ad un progetto che metta al centro la Cultura. Ho imparato che fare politica deve essere la capacità di ascoltare i cittadini, credere nei valori e battersi per la difesa dei beni comuni. Il nostro Paese ha bisogno di essere apprezzato e non lacerato”. Per ora è solo un’ipotesi quella della sua candidatura ma nelle sue parole dirette, ma dolci verso il Belpaese, forse si nasconde esattamente ciò di cui i romani hanno bisogno.