Se Dio esiste

Disegnatore, scrittore e regista francese, Joann Sfar è l’autore di Se Dio esiste (Rizzoli Lizard, 256 pagine, 17 euro), un toccante volume il cui racconto prende il via dall’assalto, il 7 gennaio 2015, alla redazione del giornale satirico Charlie Hebdo nel quale morirono dodici persone e approda agli attentati di Parigi del 13 novembre scorso. In questo senso dalla casa editrice spiegano che l’edizione italiana del libro (il cui sottotitolo è ”Quaderni parigini, gennaio-novembre 2015”), a differenza di quella francese uscita a maggio, comprende anche una selezione di disegni realizzati da Sfar – classe 1971, figlio di un avvocato sefardita e una cantante askenazita – dopo gli attentati di novembre. Una precisazione doverosa, questa, a margine di un racconto che copre un anno nel quale l’autore ha vissuto anche una serie di mutamenti nella sua vita privata, dalla morte del padre alla separazione dalla moglie.

Tradotto da Giovanni Zucca, il volume – l’undicesimo e ultimo della serie dei Carnets, diari disegnati da Sfar tra il 2002 e il 2015 – si apre con una serie di pensieri d’impulso nei quali l’autore spiega che «queste sono pagine raccolte in corsa, realizzate in un periodo in cui ho cominciato a scrivere molto. Non lo decidiamo noi il momento in cui abbiamo un vitale bisogno di un lettore e di un foglio per scrivere. Ogni volta che ho ricominciato a tenere dei diari era perché ero in una fase di lavori in corso. Avevo le mie crepe da turare». In Se Dio esiste Sfar raccoglie e sfoga le sue riflessioni sulla fede, manifestando apertamente il proprio, indicibile travaglio («mio padre è morto. Io mi sono separato. I miei amici di Charlie Hebdo si sono fatti ammazzare. Mi sento disorientato tanto quanto il mio paese e tento di ritrovare, in mancanza di Dio, almeno la mia buona stella»).

Un incipit attraverso il quale l’autore – «prolifico, bulimico, eclettico, dotato di un’immaginazione sconfinata», è scritto nella presentazione – si mette a nudo («non do lezioni a nessuno. Sono smarrito e confuso, come voi, presumo») e, quasi in difficoltà nell’esprimersi («non ho niente da dire. Non ho messaggi da trasmettere né tantomeno una visione ultima del mondo»), ritorna con la mente a quella data: «A quanto pare il 7 gennaio è stato il nostro 11 settembre. Mi ricordo benissimo dov’ero l’11 settembre 2001. Mancavano due giorni al mio matrimonio. Il 7 gennaio 2015 ero a casa». Cresciuto a stretto contatto con la cultura ebraica e studioso della Torah – frequentando, al contempo, le scuole pubbliche francesi, modello di laicità – Sfar mette nero su bianco, in parole e disegni, tutta la tristezza e la rabbia maturate di fronte a una crudeltà priva di qualsiasi senso («la religione non dovrebbe aver nulla a che fare con l’omicidio»), ma anche l’orgoglio per l’appartenenza a una nazione, la Francia, che si rispecchia nel motto della sua capitale: ”fluctuat nec mergitur” (naviga tra i flutti ma non affonda). Se Dio esiste, molto probabilmente apprezza le vignette. Info: www.rizzolilizard.eu

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