Nel suo lavoro espsoto nella galleria berlinese Nome, l’artista italiano, stabilito a Londra, Quayola analizza con mezzi computazionali alcuni dei più famosi capolavori dell’epoca Barocca e del Rinascimento: Dipinti di grandi maestri come Botticelli, Rubens e Caravaggio vengono studiati, analizzati, decomposti e rielaborati digitalmente. Pennellate, struttura materica, sculture, architetture delle composizioni vengono trasformate in algoritmi, mentre il messaggio religioso, mitologico e simbolico delle composizioni viene rimosso dalla sua narrativa storica, trasformato in una composizione geometrica estremamente complessa, ma altresì elegante e pulita.
Utilizzando un linguaggio tra i più moderni e tecnologici, ma solidamente basato su fondamentali della storia dell’arte, il lavoro di Quayola intitolato Iconographies, offre allo stesso tempo uno sguardo nuovo e fresco su entrambi i lavori: i capolavori storici come le loro reinterpretazioni. La metamorfosi definitive vengono elegantemente presentate in incisioni anodizzate su alluminio e stampe Ditone. Quayola é stato premiato con il Golden Nica at Ars Electronica in 2013 per il progetto Forms con il co-autore Memo Atken. Ha esposto e realizzato il suo lavoro internazionalmente, compreso un progetto per la 54ma Biennale di Venezia da parte dell’Istituto Culturale Italiano a Londra, esposto al National Art Center, Tokyo; Pushkin Museum, Mosca; Center for Fine Arts, Brussels; Museu Nacional d’Art de Catalunya, Barcelona; Victoria & Albert Museum, London; Bitforms gallery, New York; ed EMPAC, New York.
Fondata a Berlino nel 2015 la galleria Nome opera tra arte politica e tecnologia. Esplorando gli intrighi tra questi campi, Nome vuole portare consapevolezza critica alle questioni cruciali del nostro tempo. La galleria lavora con artisti emergenti della scena internazionale e artisti il cui lavoro coinvolga diverse discipline e una larga gamma di media. Nome incita gli artisti ad approfondire le loro ricerche e il loro potenziale artistico, collaborando con diverse istituzioni culturali e facilitando la produzione di nuovi lavori per ogni esposizione.
Fino al 5 marzo, Nome, Berlino; info: http://nomeproject.com