Non ci sono dubbi per il Theguardian è il libro fotografico dell’anno. Sulla copertina blu e argentata è scritto Uenda, non sono molte pagine ma a stamparlo è Chose commune e di certo la carta non è la prima trovata. Il volume fra tanti pregi che possiede, uno supera tutti: è il primo tentativo di una retrospettiva su un fotografo considerato maestro della fotografia giapponese e da noi ancora poco o nulla conosciuto, Shōji Ueda. Morto nel 2000 e nato nel 1913, come il nostro Mario Giacomelli lasciava la sua terra natale, Dottori, di mala voglia e preferiva spostarsi il meno possibile per fotografare qualsiasi cosa. È noto, per quelli che lo conoscono, per le sue riprese sulle dune di sabbia vicino la sua abitazione, dove il deserto fa da sfondo ad amici e parenti per costruire immagini surreali. Ma passando al setaccio più di 5000 immagini d’archivio per selezionarne quasi 100 da pubblicare sul libro, la figura di Uenda surrealista sfuma in una miriade di stili fino a questo momento inediti. Dal bianco e nero passa al colore, dai ritratti alle nature morte e di nuovo il contrario per un viaggio nella sua produzione ce sembra sfuggire a ogni etichetta. Info: www.chosecommune.com