Luca Aquino, Petra

Il trombettista beneventano Luca Aquino stupisce ancora una volta con le sue esplorazioni sonore. L’eco della sua ultima impresa ci arriva dalla Giordania dove ha appena concluso la registrazione di un album la cui data di pubblicazione non è ancora nota ma già molto attesa. La registrazione è avvenuta nel sito archeologico di Petra ed è stata annunciata tramite una conferenza stampa tenutasi al Jordan National Museum Of Fine Arts di Amman. L’iniziativa è stata promossa all’interno della Campagna mondiale #UNITE4HERITAGE, lanciata lo scorso aprile in Siria e Iraq per la protezione del patrimonio culturale dai crimini legati al terrorismo. Creare musica e bellezza in uno dei luoghi simbolo del patrimonio artistico mondiale, nella culla del Medio Oriente, è indubbiamente una risposta radicale e lungimirante ai drammatici avvenimenti che continuano a sconvolgere il desiderio di vita e di espressione di molte città nel mondo. L’idea di registrare un album nel sito archeologico di Petra è frutto della creatività del musicista beneventano, un’intuizione che ha incontrato l’apppoggio e il sostegno di partner prestigiosi quali la Jordanian National Orchestra Association, L’Unesco Amman Office, la Talal Abu-Ghazaleh Organization (nota in Italia con la Abu Ghazaleh Intellectual Property, leader mondiale nel settore) e il Petra Developement and Tourism Authority.

«La prima volta che ho suonato in Giordania risale a quattro anni fa e, rapito dai suoni e colori di Petra, espressi il desiderio di realizzare una registrazione nel sito archeologico, considerato una delle sette meraviglie del mondo contemporaneo. Ora ci siamo riusciti, grazie ad un gruppo affiatato e a forti passioni condivise da persone caparbie, rapite da sogni e ambizioni. Sono molto contento anche dell’esito della registrazione che, francamente, in questa occasione sarebbe potuta diventare secondaria. Il messagio è ampio» afferma Aquino. Petra è un progetto audace e di autentico spirito internazionale, in continuità con la ricerca musicale di Aquino, che ha riunito nelle musiche a sua firma e arrangiate dal flautista Sergio Casale uno staff tecnico e musicisti provenienti da otto Paesi diversi. Con lui ci sono il fisarmonicista italiano Carmine Ioanna e il quintetto della Jordanian National Orchestra: la violinista tedesca Anna Maria Matuszczak, il percussionista di New Orleans Bradley Broomfield, il contrabbassista siriano Bassem Al Jaber, l’oboista rumeno Laurentiu Baciu e il violista Armeno Vardan Petrosyan. La storyline del progetto, che accompagnerà la pubblicazione dell’album, sarà narrata dalle immagini del videoartista italiano Gianpaolo De Siena e del fotografo giordano Nadir Daoud.

Photo NADIR DAOUD