Shaun Greenhalgh è un noto falsario, secondo alcuni uno dei più bravi del secolo scorso, che nella sua autobiografia, uscita qualche settimana fa, scrive di essere l’autore di un disegno attribuito a Leonardo da Vinci. Il lavoro rappresenta il profilo di una donna, identificata in Bianca Sforza, figlia di Ludovico il Moro. La storia del disegno comincia nel 1998 quando viene visto dal pubblico per la prima volta in un’asta di Christie’s a New York. Da quel momento è cominciata la prassi per l’identificazione del lotto: se a farlo fosse stato veramente da Vinci il suo valore sarebbe di 150 milioni di euro. Le analisi sulla pergamena, un’impronta trovata sul foglio che corrisponderebbe ad altre scoperte nelle opere del maestro rinascimentale e il gesso usato, che da analisi non può essere successivo al 17esimo secolo, sembrano proprio confermare la paternità leonardesca.
Ma stiamo parlando di uno dei più bravi falsari del mondo, finito in carcere per quattro anni per la sua attività non proprio legale che comunque gli ha garantito più di un milioni di euro. Greenhalgh, infatti, dice che il disegno è stato realizzato da lui nel 1978 e che la modella ritratta è una commessa, Sally, del Co-op, un supermercato dove al tempo lavorava. Per ingannare le analisi di laboratorio, e non sarebbe la prima volta, il falsario ha usato particolari attenzioni. Dice di essersi procacciato una pergamena del Cinquecento, di aver lavorato al contrario per mimare la mano mancina di Leonardo, di aver usato solo materiali d’epoca e di aver composto il ritratto su un antico tavolo vittoriano. Con accortezze simili, aveva ingannato il mondo dell’arte falsificando una statua di Gauguin quando però è stato scoperto e il lavoro gli è costato il carcere nel 2007.
Mentre i giornali prendono posizioni a favore o contro la paternità di Leonardo, c’è chi sospetta che la confessione di Greenhalgh sia solo un’ottima strategia per fare pubblicità al suo libro.