Domani la terza tappa di Visionarea, il progetto curatoriale di Matteo Basilè

Roma

Domani pomeriggio, alle 18.30, inaugura la terza tappa di Visionarea, il progetto che nasce da un’idea dell’artista Matteo Basilé e dall’Associazione Amici dell’Auditorium Conciliazione, con il sostegno della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo. Si tratta della mostra fotografica Future Memories, dell’artista cinese Liu Xiaofang, curata da Alessandro Demma, incentrata sui concetti di memoria, di tempo e spazio, sul rapporto tra sogno e realtà, sulle analisi e le riflessioni sull’essere umano e la sua esistenza. Liu Xiaofang, laureata presso il Dipartimento di Fotografia dell’Accademia Centrale di Pechino, attraverso l’utilizzo di una fotocamera reflex digitale e di una analogica medioformato, di un computer e di uno scanner per negativi, costruisce le sue opere come superfici narranti, come un teatro della memoria necessario ad attraversare il tempo passato, per confrontarsi con il presente e guardare a possibili prospettive future. Un viaggio onirico, quello dell’artista cinese, che si muove nei sentieri dei ricordi dell’infanzia (Remember, del resto, è proprio il ciclo di lavori che l’ha resa più famosa) per ricreare delle immagini algide e al contempo intense, gelide e taglienti, volutamente fredde ma ricche di tensioni fisiche.
Nei suoi lavori Lui Xiaofang assume un orientamento linguistico, semiotico, percettivo: il suo interesse principale è quello di lavorare sulla configurazione dell’opera, sui rapporti sottili e difficili tra spazio e immagine. Il paesaggio, con gli azzurri del cielo e del mare, i bianchi dei ghiacciai, il verde delle campagne, diventa deposito e stratificazione di segni, documentazione e informazione sulla realtà e una possibile metarealtà, lo spazio fisico in cui galleggia sognante una solitaria bambina, che nel suo itinerario d’indagine e scarnificazione della memoria è accompagnata da un aereo, un suo relitto, un missile, una lampadina. Riflessioni giocate sui margini del limite, sui territori di confine che attraversano il tempo passato, presente e futuro, sulle fragili presenze liminali, sulla soglia tra realtà e impossibilità, su enigmi, suggestivi e affascinanti, sempre in bilico su altre realtà e altri mondi.

Continua così Visionarea, un progetto solido e affascinante grazie all’unione tra creatività e managerialità, destinato all’arte contemporanea in chiave attuale e trasversale. Attuale perché capace di creare reinventando un luogo come l’Auditorium della Conciliazione, nel rispetto della sua vocazione ma ampliandone le potenzialità espressive. Trasversale perché flessibile e capace di accogliere le differenze come valore da sostenere e promuovere, di eliminare confini espressivi e creativi privilegiando le storie e la ricerca di quella umanità meno visibile. Un luogo straordinario che si sviluppa intorno al Chorus Cafè, per poi estendersi all’interno degli spazi principali dell’Auditorium stesso. Un Temporary Art Museum con la direzione artistica di Matteo Basilé, dove possano convivere arte, musica, cinema, moda, letteratura e food attraverso progetti site-specific e collaborazioni con altri fenomeni artistici e culturali nazionali e internazionali. Un progetto che, per le sue caratteristiche, si sposa con il principio ispiratore dell’attività della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo e soprattutto del suo presidente, il prof. Emmanuele Francesco Maria Emanuele, che ha colto la coerenza di Visionarea con la sua attività di coraggioso sostegno alla cultura e a tutto quello che di positivo può generare: non a caso, la Fondazione è da anni impegnata nella costruzione di nuove forme di dialogo interculturale anche grazie all’arte, dimostrando quanto la bellezza sia un codice condivisibile. «Visionarea – ha spiegato il presidente della Fondazione Terzo Pilastro, Emmanuele Emanuele – è un’iniziativa unica a Roma: non solo uno spazio espositivo, non solo un luogo d’incontro fra onnivori della cultura, ma molto altro ancora: un incubatore d’idee, un osservatorio privilegiato sull’arte contemporanea e, in un futuro si spera non lontano, un polo di produzione di progetti per artisti di tutto il Mondo. E la mostra di Liu Xiaofang – continua il professore – è un viaggio nella memoria interiore, in un luogo dell’anima in cui la figura femminile – bambina, quindi scevra da ogni sovrastruttura – si muove quasi come Alice nel Paese delle Meraviglie, trovando motivo di suggestione nei ricordi degli scenari passati, che diventano stimolo per l’immaginazione. Il tutto, strizzando l’occhio alla tradizione pittorica cinese, ai suoi colori pastello e alla forma del cerchio che racchiude tutte le opere».

Info: www.visionarea.org

 

 

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