D’Après Monica Cook

Doppia intervista a Eliška Kyselková e Katarína Támová, le due fotografe cecoslovacche autrici di Vanitas, Homage to Monica Cook, serie fotografica che trae ispirazione dalle opere iperrealiste dell’omonima pittrice statunitense. Un racconto per immagini sul feticismo, la voracità e i peccati della società contemporanea.

Come avete conosciuto il lavoro di Monica Cook e perché avete scelto di fare questa serie sulla sua arte?

Katarina: «Ci siamo ispirate al lavoro di Monica Cook ma il progetto porta solamente il suo nome, non abbiamo riprodotto le sue opere. Siamo partite dall’idea dei rituali dell’antichità. Conoscevo da tempo i lavori di Cook e le sue opere rappresentavano al meglio la nostra idea del mondo contemporaneo».

Avete ma incontrato Cook? Lei sa del vostro lavoro sulla sua opera?

Eliška: «Sì, ne è al corrente. Una mattina abbiamo ricevuto la sua mail, eravamo molto sorprese e davvero felici. Aveva visto le fotografie ed era molto contenta del nostro approccio e di come ci eravamo ispirate a lei. Tuttavia, alcuni collezionisti iniziavano a fare confusione tra il nostro lavoro e quello di Monica, quindi ci ha chiesto di cambiare il nome della serie, per rendere le cose più chiare per il pubblico. Così abbiamo re-intitolato la serie Vanitas, Homage to Monica Cook».

Dev’essere stato difficile convincere un modello a tenere un polipo attaccato alla faccia.

Eliška: «L’atmosfera sul set era molto positiva, ci siamo divertiti. Tutto è stato molto naturale e rilassante, il problema del polipo è passato in secondo piano».

Sesso, piacere e ripugnanza: qual è per voi il significato di questo mix?

Katarina: «Per me è sempre qualcosa di affascinante e spaventoso allo stesso tempo. Ad esempio, la prima cosa a cui mi fa pensare è il pittore Hieronymus Bosch, che considero un simbolo di queste tre parole».

Qual è la storia della vostra collaborazione professionale?

Eliška: «Siamo state compagne di università e siamo diventate amiche, creare qualcosa insieme è stata una cosa naturale. Non abbiamo una collaborazione fissa, ma abbiamo pensato che condividere alcune idee avrebbe ampliato le nostre visioni e portato a qualcosa di nuovo. Vanitas, Homage to Monica Cook è il primo progetto a quattro mani».

State lavorando ad altri progetti insieme?

«Abbiamo appena pubblicato Messiah, che sta riscuotendo molta attenzione e pensiamo di portare in mostra».

Eliška, prima di scattare le tue foto di solito le disegni: com’è stato ispirarsi al qualcosa di pre-esistente?

«Sì, realizzo quasi sempre disegni preparatori prima di scattare. In questo caso, la preparazione è avvenuta studiando i dipinti di Monica e cercando una connessione con le nostre idee e i riferimenti alla società contemporanea. Quindi il casting è stato una parte molto importante, anche quello del gatto».

Katarina, invece tu come prepari i tuoi scatti?

«Non ho un metodo in particolare. Ho un diario in cui appunto le me idee e le mie visioni, a volte le disegno. Più che altro, quando ho qualcosa in testa la tengo a mente finché non la realizzo. Solo dopo mi tranquillizzo, almeno per un po’ (sorride, ndr)».

Non definirei i vostri scatti erotici, anche se spesso sono stati definiti tali. Come spiegate l’elemento erotico nelle vostre immagini?

Katarina: «Credo che non abbiamo mai avuto una vera conversazione con Eliška sull’erotismo delle fotografie. Abbiamo realizzato il progetto in un giorno, è stato un processo veloce e naturale. Avevamo una visione e volevamo concretizzarla immediatamente, è stata la gioia pura di realizzare un progetto creativo. Nient’altro. Molte persone hanno rintracciato l’elemento erotico nelle fotografie, ma noi non la pensiamo così».

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