La Galleria Nazionale d’Arte Antica in Palazzo Corsini, fino al 18 gennaio, dedica una mostra a Mattia Preti, pittore di origine calabrese tra i più rappresentativi esponenti dell’arte italiana del Seicento. Ideata da Vittorio Sgarbi e Giorgio Leone, attuale direttore della Galleria Corsini e curatore dell’esposizione, la rassegna, dal titolo Mattia Preti: un giovane nella Roma dopo Caravaggio, rientra nel programma di eventi celebrativi promosso dal Comitato per il IV centenario della nascita dell’artista e figura, inoltre, tra le manifestazioni romane legate al Giubileo, coordinate dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Con lo scopo di approfondire la formazione del pittore nella Roma papale dopo la morte di Caravaggio, la mostra presenta ventidue capolavori provenienti da prestigiose istituzioni europee e italiane, come quella degli Uffizi e della Pinacoteca di Brera, e da alcune collezioni private italiane, londinesi e svizzere, che permettono di ripercorrere le tappe iniziali della carriera di Preti, dal suo arrivo a Roma fino al 1649, anno della sua piena affermazione pubblica. Tra le opere esposte, alcuni interessanti inediti e opere della produzione giovanile dell’artista, tra cui il Sinite Parvulos e il Tributo della moneta di Brera, la Fuga da Troia di Palazzo Barberini, la Morte di Catone di collezione privata, ma anche il Miracolo di San Pantaleo, probabilmente la sua prima committenza pubblica romana. Nel periodo della mostra sono in programma anche specifiche conferenze tenute dai più importanti specialisti del lavoro di Mattia Preti, con cui approfondire le questioni connesse al periodo della giovinezza del pittore. ”Si tratta della prima mostra dedicata interamente a Mattia Preti che si tiene a Roma – ha scritto il curatore Leone in un articolo pubblicato sul magazine calabrese Infonight, organo di stampa che sta contribuendo alla visibilità della mostra anche nella terra d’origine dell’artista –. Intende approfondire un aspetto ancor poco noto della produzione artistica del Cavalier Calabrese, quello legato alla sua formazione. Rispetto ai successivi e sicuramente più noti anni napoletani e maltesi, il periodo romano, almeno fino al 1649-1650, risulta infatti ancora in gran parte oscuro, nonostante i numerosi contributi scientifici che a esso sono stati dedicati”.
Info e orari: www.galleriacorsini.beniculturali.it