Latina omaggia Burri

In programma fino al 29 novembre a Latina nello Spazio Comel Arte Contemporanea, la mostra I colori del silenzio, opere grafiche 1965-1985, omaggio ad Alberto Burri nel centenario della nascita 1915-2015. Un evento culturale senza precedenti per la città, reso possibile dall’iniziativa della società COMEL che in questi ultimi anni si è generosamente impegnata a favore del territorio in cui opera, sponsorizzando e sostenendo iniziative culturali di alto livello nell’omonimo Spazio COMEL. Un’iniziativa privata unica in ambito nazionale, che celebra e contribuisce a diffondere la storia e lo straordinario lavoro di un artista che nel dopoguerra ha rivoluzionato l’arte italiana e internazionale. Ne abbiamo parlato con il promotore Antonio Fontana che ha curato la mostra con Maria Gabriella Mazzola e Adriano Mazzola.

I colori del silenzio, opere grafiche 1965-1985 è una mostra che ha richiesto un lungo lavoro di preparazione. Come e con quali collaborazioni artistiche si è arrivati a questo straordinario risultato?
«La mostra si avvale di collaborazioni e contributi di professionisti prestigiosi che hanno reso possibile l’iniziativa. Devo sottolineare come la grande generosità dell’azienda CO.ME.L., che figura tra le dieci aziende più importanti in Italia per la sponsorizzazione dell’arte contemporanea, ha reso possibile questa mostra. Così tra me, Maria Gabriella e Adriano Mazzola, si è formato uno sorprendente coordinamento progettuale e operativo, che ha coinvolto molti personaggi tra cui, il più importante, il prof. Giorgio Agnisola, al quale è stata affidata la cura scientifica della mostra. Il prof. Agnisola, ha fornito noi la guida e il percorso da seguire per una mostra così importante, e ne ha curato tutti quei dettagli che sono determinanti e importanti quando l’artista è Alberto Burri. Agnisola, critico d’arte, è Condirettore della Scuola di Alta Formazione di Arte e Teologia della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale e direttore dell’area artistica, che lo scorso anno ha curato la mostra sempre di Burri svoltasi nella Pinacoteca comunale di Gaeta in collaborazione con la Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri. A quest’ultima dobbiamo la preziosa consulenza e disponibilità concessa all’iniziativa di questa mostra. Inoltre la stamperia 2RC di Roma storica e prestigiosa stamperia italiana che oggi collabora con molti dei grandi musei del mondo ha contribuito a rendere così ampia questa mostra».

L’esposizione presenta 47 grafiche della produzione meno conosciuta al grande pubblico ma a cui Burri dedicò molta parte del suo lavoro, creando procedimenti inusitati .
«Le opere grafiche, ovvero le calcografie, e in questa mostra ne possiamo ammirare i lavori di un ventennio dal 1965 al 1985, sono opere che l’artista ha replicato in più esemplari, cercando di riprodurre fedelmente la tecnica e le materie delle opere uniche: combustioni, cretti, collage di acetato, acquetinte, acqueforti, litografie e serigrafie cui lavorò tra gli anni ‘60 e ’80. Opere che hanno assunto un’importanza straordinaria, rispetto all’incisione più comune, perché l’artista interveniva personalmente su ogni esemplare, rendendo così unica ogni singola copia. Acqueforti fuligginose quelle dei Cretti, dove i rilievi sulla carta sono realizzati quasi oltre il limite del consentito, ricreando l’effetto della terra spaccata, arida, reale, alla maniera delle sue grandi composizioni su tela. Combustioni dove la matericità della bruciatura appare caratterizzata da uno straordinario realismo: un risultato ottenuto esclusivamente mediante le tecniche dell’acquaforte e acquatinta, e in seguito elaborata con una grande varietà di soluzioni. Stampe a rilievo, collage e incisioni a inchiostro, dove la materia è carica della forza appartenente delle sue opere più celebri. Burri così, sperimentando tecniche tra l’acquaforte e la calcografia, riesce ad ottenere il massimo rendimento dei rilievi sulla carta e del colore. Sono opere d’arte che nel confronto con i suoi dipinti vivono di un proprio splendore rispecchiando totalmente la sua arte».

Un prezioso documento visivo ci mostra l’artista all’opera nella casa d’arte proprio mentre lavora alle incisioni per il Libro Saffo. Come avete trovato questa straordinaria testimonianza?
«È frutto della collaborazione con la 2RC, che grazie a Simona Rossi, ha concesso l’utilizzo e la proiezione di questo rarissimo documento visivo di quegli anni conservato nei loro archivi».

Latina, come New York, sta ricordando Burri con opere grafiche. Qual’è stata la risposta della città?
«Credo che questa mostra sia unica e nello stesso tempo la più importante mostra d’arte contemporanea mai realizzata in questa Città. Le presenze sia nella sera dell’inaugurazione che durante questi giorni di apertura sono considerevoli: appassionati d’arte, collezionisti, anche semplici curiosi, visitatori di ogni genere, molti giovani, e a tale proposito da porre in evidenza come la richiesta di visite organizzate da parte delle scuole di Latina e provincia sia numerosa, dalle medie ai licei scientifici e artistici. Poi ci sono state e ci saranno visite di moltissimi artisti e personaggi della cultura e dl mondo dell’arte».

Un catalogo conterrà un’acquatinta e un collage a un colore del maestro Angelo Tozzi, come fece negli anni 60-70 la famosa Galerie Maeght di Parigi.
«La mia idea, poi abbracciata e sostenuta da Maria Gabriella e Adriano Mazzola, e stata quella di proporre qualcosa di nuovo , che nuovo non è, ma che nel tempo e andato in disuso, cioè di dare a questo evento quella raffinatezza culturale con la preziosa opera di Angelo Tozzi. Curato nella grafica e fotografia con immagini realizzate appositamente da Marco Cambon, la monografia contiene un’acquatinta e collage a un colore di Tozzi, dal titolo AB in 2 Colori, numerata e firmata nelle prime cento copie, prezioso e pregevole lavoro dell’artista pontino che rende omaggio al grande maestro tifernate, e che per concezione e percorso artistico svolto si avvicina e s’intreccia con il percorso di Burri senza però esserne la copia. L’incisione è realizzata dalla storica Stamperia d’Arte Il Bulino di Roma diretta da Sergio Pandolfini, famosa per le sue raffinate edizioni. L’iniziativa vuole essere un modo di ripercorrere nella pubblicazione del catalogo dalla COMEL Edizioni ciò che negli anni ’60-’70 fu fatto dalla grande Galerie Maeght di Parigi: pubblicare cataloghi contenenti incisioni e calcografie numerate e firmate degli artisti che esponevano nella casa d’arte, che allora furono i Picasso, Calder, Giacometti, Mirò, e tanti altri».

Quali sono gli eventi culturali nel futuro galleria dello spazio COMEL?
«A questa domanda non posso darle io la risposta, i programmi dello Spazio Comel so che sono tanti, e spetta a Maria Gabriella Mazzola rispondere. Però posso dire che sicuramente si è aperto un nuovo ciclo nei programmi futuri di Spazio Comel, un ciclo di mostre storiche e importanti come questa di Burri, che periodicamente la galleria presenterà al pubblico».

Fino al 29 novembre, info: www.spaziocomel.it