Giovanni Gastel, oltre la moda

«Agli inizi facevo foto bruttissime», lo definisce così Giovanni Gastel il suo esordio come fotografo, tra scatti di scarpe e minuterie metalliche, passando per lunghi anni di gavetta. Poi l’incontro con Carla Ghiglieri, agente di fotografi, grazie alla quale comincia a lavorare per Vogue Italia, poi in Donna e Mondo Uomo con Flavio Lucchini e da Elle, dove lavorava Oliviero Toscani. Così quelle foto bruttissime, che immortalavano pezzi di storia della moda, col tempo, hanno iniziato ad essere rappresentative di uno stile personale e Gastel ha deciso di tentare la strada nella fotografia d’autore. «Un autore è una persona che resta ferma, non cerca di seguire le mode, diventa osservatore del mondo dal proprio punto di vista», spiega il fotografo. Al CIFA, Centro italiano della fotografia d’autore di Bibbiena si è da poco conclusa una mostra su Gastel, artista scelto per celebrare i dieci anni del centro. Intitolata La poetica ironia di Giovanni Gastel, la mostra, curata da Giovanna Calvenzi e Claudio Pastrone ha presentato una serie di lavori dell’artista che ben rappresentano il panorama significativo del lavoro del grande fotografo pubblicitario e di moda e il suo stile inconfondibile. In accompagnamento alla mostra è stato pubblicato un volume della collana FIAF Grandi Autori della fotografia Contemporanea, che, oltre a raccogliere un’ottantina di immagini del fotografo milanese, offre ai lettori una piacevole testimonianza autobiografica dello stesso Gastel, attualmente Presidente dell’Associazione fotografi italiani professionisti e membro permanente del Museo Polaroid di Chicago. Per conoscere la programmazione del Cifa: www.centrofotografia.org